Ricevo un comunicato a proposito di una mozione presentata da Marco Grimaldi (capogruppo di Sel in Regione) a sostegno delle imprese culturali piemontesi, e lo pubblico nella speranza che ne esca qualcosa di buono. La mozione verrà discussa domani in Consiglio regionale e ci sono discrete possibilità che passi.
Il mondo della cultura e del pubblico spettacolo hanno subito, nel corso del tempo, maggiori tagli rispetto ad altri settori: negli ultimi 5 anni le risorse per la cultura in Piemonte sono passate dai quasi 100 milioni stanziati per il 2011 ai 42 milioni previsti per l’anno 2016.
Marco Grimaldi, capogruppo Sel in Regione
La timida ripresa dei consumi culturali, che la crisi aveva in qualche modo contribuito a comprimere, anche se in misura minore rispetto ad altri generi di consumo, e un rafforzamento della capacità di attrazione di Torino nello specifico segmento del turismo culturale (trainato dalle offerte del settore museale e dei beni culturali), non sono sufficienti a pareggiare le perdite dei contributi pubblici.
Come ricorda la relazione “La cultura in Piemonte”, redatta Fondazione Fitzcarraldo, Ires e dall’Osservatorio culturale del Piemonte, “molte strutture sono scomparse o si sono drasticamente ridimensionate e molte associazioni, imprese, fondazioni, istituzioni appaiono logorate, sotto organico, in difficoltà finanziarie conseguenti alla lunga traversata della crisi, non in grado di contrarre ancora, di risparmiare ulteriormente, anche tagliando e ridimensionando volumi di attività”.
“In Piemonte – dichiara il capogruppo di Sel in Consiglio regionale, Marco Grimaldi – sono ancora presenti 409 attività di rappresentazioni artistiche, 138 attività di supporto alle rappresentazioni artistiche, 557 creazioni artistiche e letterarie, 33 attività di gestione di strutture artistiche, 23 fra biblioteche e archivi, 40 musei, 16 attività per la gestione di luoghi e monumenti storici, 24 fra orti botanici, giardini zoologici e riserve naturali. Se le incentivassimo potrebbero essere molte di più”.
Per questo Grimaldi ha scritto e depositato una mozione per chiedere una diminuzione dell’aliquota Irap al 3,40% per queste 1240 imprese culturali, creative, artistiche e di intrattenimento e attività di biblioteche, archivi e musei, che porterebbe a una riduzione di gettito di soli 353.000 euro circa. Il testo è stato sottoscritto dal Presidente della Commissione Cultura, Daniele Valle, e dai consiglieri Appiano, Accossato e Ottria.
“Vorrei che la Regione – conclude Grimaldi – soprattutto in un momento come questo, si ponesse davvero in un’ottica di redistribuzione, sostegno dei cittadini e delle cittadine che stanno soffrendo di più la crisi e mantenimento dei servizi e delle attività di interesse pubblico: gli operatori della cultura piemontesi hanno bisogno di fiducia e sostegno”.
A quanti converrebbe?
Riporto a seguire un commento postato su Fb dal sempre puntuale Matteo Negrin, che si domanda quante sarebbero in realtà le imprese che beneficerebbero di un simile provvedimento:
"Impresa Culturale" è una definizione che a livello europeo abbraccia quasi tutti i profili giuridici, mentre in Italia è un soggetto ancora in gran parte da normare.
Sarebbe utile andare a cercare tra il report annuale dell'Osservatorio Culturale quante sono le Imprese Culturali in Piemonte: pochissime.
Questo perché la legislazione vigente definisce come possibili destinatari di contributo solo i soggetti NON A SCOPO DI LUCRO. Questo il motivo per cui il corpaccione degli enti culturali (dalle Fondazioni alle Associazioni) NON sono imprese. Non capisco quindi come questo provvedimento possa incidere significativamente sul quotidiano dell'agire degli enti culturali.
Ecco i soggetti passibili di Irap: imprese o enti soggetti a Ires (in pratica società di capitali e enti commerciali); imprese soggette a Irpef (società di persone, società di armamento, società di fatto, imprese individuali); lavoratori autonomi; banche e assicurazioni.
Sarebbe utile andare a cercare tra il report annuale dell'Osservatorio Culturale quante sono le Imprese Culturali in Piemonte: pochissime.
Questo perché la legislazione vigente definisce come possibili destinatari di contributo solo i soggetti NON A SCOPO DI LUCRO. Questo il motivo per cui il corpaccione degli enti culturali (dalle Fondazioni alle Associazioni) NON sono imprese. Non capisco quindi come questo provvedimento possa incidere significativamente sul quotidiano dell'agire degli enti culturali.
Ecco i soggetti passibili di Irap: imprese o enti soggetti a Ires (in pratica società di capitali e enti commerciali); imprese soggette a Irpef (società di persone, società di armamento, società di fatto, imprese individuali); lavoratori autonomi; banche e assicurazioni.
Insomma, tutto dipende dal concetto di "impresa culturale". Nella relazione dell'Osservatorio si legge infatti: "Nel 2014, stando ai dati di Fondazione Symbola che ogni anno ricostruisce la dimensione economica e occupazione del Sistema della Produzione Culturale, in Piemonte si contano 31.657 imprese creative, l’1,3% in meno rispetto all’anno precedente. Questo insieme, che rappresenta il 7% delle realtà attive nel comparto in Italia, impiega circa 120 mila occupati (dato leggermente in calo, - 0,2% sul 2013) e ha prodotto nel corso del 2014 un valore aggiunto pari a circa 6,5 miliardi di euro (+1,9% sul 2013)".
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