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PROTESTE AL CONCERTO, MAX CASACCI MEDIA CON LA PIAZZA

Max Casacci (secondo da sinistra) parla ai manifestanti, invitando sul palco la madre di uno dei giovani sottoposti a misure cautelari
Rapidissime note di cronaca sul concerto di stasera in piazza Castello per il Torino Jazz Festival. Come sapete c'era la prima assoluta di "Pulse!", il nuovo progetto di Max Casacci, Vaghe Stelle e Emanuele Cisi. Prima dell'inizio dello spettacolo era prevista una celebrazione ufficiale del 25 aprile. Schierati sul palco le solite autorità e gli ex partigiani. Dalla piazza sono arrivati fischi e proteste di un nutrito gruppo di manifestanti che inalberavano cartelli con le fotografie di alcuni giovani sottoposti a misure cautelari per varie accuse legate a manifestazioni di tipo politico e/o sociale. Fassino ha rinunciato a parlare. 
Intanto nel backstage: Enrico Rava e Ensi, due dei protagonisti del concerto
Le contestazioni e i fischi sono continuati anche quando sul palco sono saliti i presentatori del concerto. I manifestanti volevano che prendesse la parola un loro rappresentante per leggere un appello. A quel punto è arrivato Max Casacci, ha preso il microfono e ha detto semplicemente che la madre di uno dei giovani in questione venisse pure su a leggere l'appello. La madre è andata sul palco, ha letto l'appello, tutti hanno applaudito, poi il concerto è cominciato, le bandiere e i cartelli sono spariti, molti dei manifestanti se ne sono andati a casa soddisfatti, il resto del numeroso pubblico si è molto divertito. 
Problema risolto.
Sennonché fra fischi, discorsi interrotti, canto di "Bella ciao", schieramenti di polizia, cori "vergogna vergogna", intervento di Max, lettura dell'appello, applausi di consenso, varie ed eventuali, il concerto è partito con mezz'ora di ritardo; di conseguenza ha sforato di almeno una quindicina di minuti l'orario delle 23,30 previsto dalla deroga sui rumori notturni. D'altra parte, era impossibile tagliare a metà l'ultimo brano. Gli organizzatori del Festival, ovvero il Comune e la Fondazione per la Cultura, hanno dovuto accettare, seppure a malincuore, la prospettiva di pagare la sanzione prevista in questi casi: 500 euro.
On vit une époque formidable.

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