Giusto per dovere di cronaca, riporto le ultime sulle prolungate esequie del fu Salone del Libro di Torino.
Ieri si sono riuniti i quattro tizi (mi rifiuto di chiamarli "saggi": se fossero saggi, non si presterebbero alla mesta pantomima) incaricati da Francis il ministro parlante di abborracciare l'aleatorio "progetto" (in termini clinici "placebo", o "cura compassionevole") dell'improbabile "Salone unico". Il ruolo di Torino comincia a delinearsi: sarà quello del figurante che alla fine del secondo atto entra in scena e dice: "Il pranzo è servito".
I quattro moschettieri - Colasanti e Rummo per i ministeri, Renata Gorgani per Aie & Fiera Milano, e Massimo Bray per la Fondazione del Libro - hanno trascorso qualche ora lieta, definita ufficialmente "riunione molto positiva che va nella direzione di un MiTo del libro, come auspicato dal ministro ai Beni Culturali Franceschini". E tutto questo senza scoppiare a ridere neanche una volta. Molto bravi davvero.
Il Salone, hanno annunciato al termine del pensoso consesso, si farà ovviamente nei giorni scelti da Fiera Milano (e ti pareva), perché "il loro palinsesto non offre alternative" (poverini, sono tanto presi...). Ma non temete, "l’obiettivo è dare presenza paritetica alle due città". Presenza paritetica. Come no, Paritetica. Magari anche peripatetica. Comunque patetica. Hanno in mente "un ruolo importante per le Ferrovie". Un Salone ferroviario, ovvìa. Con le folle che da Milano saltano sul Frecciarossa e si precipitano a Torino. Già me lo immagino.
I quattro si rivedono lunedì, per mettere insieme uno straccio di relazione da consegnare a Francis, che così si cheta ed è contento.
Nell'intermezzo entrano le ballerine e il mangiatore di spade. Suonerà una scelta orchestra. Quella del Titanic.
Bonus track: tre letture della situazione
nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati
e il capitano grida "ce ne stanno ancora",
e Ezra Pound e Thomas Eliot
fanno a pugni nella torre di comando
i suonatori di calipso ridono di loro
mentre il cielo si sta allontanando
e affacciati alle loro finestre nel mare
tutti pescano mimose e lillà
e nessuno deve più preoccuparsi
di via della Povertà.
Sia lodato Nettuno imperatore
il Titanic naviga tra i ghiacciai
arriva l'alba e i passeggeri gridano
“dimmi da che parte stai”.
Ezra Pound e Thomas Eliot discutono sul ponte di comando
suonatori di calipso li deridono
la poppa si sta sollevando
e le sirene affacciate alle loro finestre sul mare
vanno in giro con mimosa e lillà
e non ha più molto senso fermarsi a pensare
a via della Povertà.
Praise be to Nero's Neptune
The Titanic sails at dawn
And everybody shouting
"Which side are you on?"
And Ezra Pound and T.S. Eliot
Fighting in the captain's tower
While calypso singers laugh at them
And fishermen hold flowers
Between the windows of the sea
Where lovely mermaids flow
And nobody has to think too much
Ieri si sono riuniti i quattro tizi (mi rifiuto di chiamarli "saggi": se fossero saggi, non si presterebbero alla mesta pantomima) incaricati da Francis il ministro parlante di abborracciare l'aleatorio "progetto" (in termini clinici "placebo", o "cura compassionevole") dell'improbabile "Salone unico". Il ruolo di Torino comincia a delinearsi: sarà quello del figurante che alla fine del secondo atto entra in scena e dice: "Il pranzo è servito".
I quattro moschettieri - Colasanti e Rummo per i ministeri, Renata Gorgani per Aie & Fiera Milano, e Massimo Bray per la Fondazione del Libro - hanno trascorso qualche ora lieta, definita ufficialmente "riunione molto positiva che va nella direzione di un MiTo del libro, come auspicato dal ministro ai Beni Culturali Franceschini". E tutto questo senza scoppiare a ridere neanche una volta. Molto bravi davvero.
Il Salone, hanno annunciato al termine del pensoso consesso, si farà ovviamente nei giorni scelti da Fiera Milano (e ti pareva), perché "il loro palinsesto non offre alternative" (poverini, sono tanto presi...). Ma non temete, "l’obiettivo è dare presenza paritetica alle due città". Presenza paritetica. Come no, Paritetica. Magari anche peripatetica. Comunque patetica. Hanno in mente "un ruolo importante per le Ferrovie". Un Salone ferroviario, ovvìa. Con le folle che da Milano saltano sul Frecciarossa e si precipitano a Torino. Già me lo immagino.
I quattro si rivedono lunedì, per mettere insieme uno straccio di relazione da consegnare a Francis, che così si cheta ed è contento.
Nell'intermezzo entrano le ballerine e il mangiatore di spade. Suonerà una scelta orchestra. Quella del Titanic.
Bonus track: tre letture della situazione
E bravo Nettuno mattacchione
il Titanic sta affondando nell'aurora nelle scialuppe i posti letto sono tutti occupati
e il capitano grida "ce ne stanno ancora",
e Ezra Pound e Thomas Eliot
fanno a pugni nella torre di comando
i suonatori di calipso ridono di loro
mentre il cielo si sta allontanando
e affacciati alle loro finestre nel mare
tutti pescano mimose e lillà
e nessuno deve più preoccuparsi
di via della Povertà.
il Titanic naviga tra i ghiacciai
arriva l'alba e i passeggeri gridano
“dimmi da che parte stai”.
Ezra Pound e Thomas Eliot discutono sul ponte di comando
suonatori di calipso li deridono
la poppa si sta sollevando
e le sirene affacciate alle loro finestre sul mare
vanno in giro con mimosa e lillà
e non ha più molto senso fermarsi a pensare
a via della Povertà.
The Titanic sails at dawn
And everybody shouting
"Which side are you on?"
And Ezra Pound and T.S. Eliot
Fighting in the captain's tower
While calypso singers laugh at them
And fishermen hold flowers
Between the windows of the sea
Where lovely mermaids flow
And nobody has to think too much
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