Al tavolo Zagrebelsky, Appendino, Larotella e Poggi della Compagnia di San Paolo. In prima fila, a sinistra, vigila Paolo Giordana |
La notizia è questa: Angela Larotella, segretario della Fondazione Cultura, e Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Musei, entrambe in odore di giubilazione, non sono ancora giubilate.
Andiamo con ordine.
Domani Patriziona Asproni, presidente della Fondazione Musei, non parteciperà alla presentazione di Artissima. Ma perché "impegnata a Roma", e non già in quanto già ex, come taluni - compreso il sottoscritto - insinuano.
Stamattina vedo madamin Appendino a un'altra conferenza stampa, quella di Biennale Democrazia. La Biennale si terrà l'anno prossimo, dal 29 marzo al 2 aprile, ma qui si trattava di lanciare le "call" e non sto a spiegarvi per filo e per segno cos'è e come funziona, se vi interessa c'è tutto sul sito.
Fondazione Cultura? La chiudo. Con calma
Ad ogni modo. Io pregusto lo spettacolo splatter, in base a un semplice sillogismo: Biennale Democrazia è organizzata dalla Fondazione Cultura, di cui è segretario Angela Larotella; madamin in campagna elettorale ha annunciato - pur con notevoli sbandamenti - che la Fondazione Cultura è inutile, e quindi dev'essere chiusa; ne discende che dall'incontro fra madamin e Larotella mi aspetto uno scontro hard boiled, dopo il mancato showdown lunedì scorso in Commissione cultura. Macché. Altra mattinata persa. Le due, a fianco a fianco al tavolo, non si sciolgono in abbracci, ma neppure si prendono a madonne.Io faccio del mio meglio: domando a madamin quali progetti abbia per la Fondazione Cultura. La risposta di Wonder Chiara è fantastica: in sostanza mi dice che sì, intende chiudere la Fondazione Cultura, e affidarne i compiti a personale interno del Comune; però al momento la Fondazione Cultura si occupa di iniziative importanti (tipo Biennale Democrazia, per l'appunto) e chiuderla metterebbe a rischio quelle iniziative importanti; e pertanto si va avanti così, pianificando un percorso ponderato che non arrechi danni alle iniziative importanti della Fondazione Cultura; che però dovrà essere chiusa, "nell'arco del quinquennio". Giuro, dice proprio così, "nell'arco del quinquennio". Era dai tempi del Pcus che non sentivo più parlare di piani quinquennali. Ed era dai tempi della Dc che non ascoltavo equilibrismi retorici tanto raffinati. Guardo madamin Appendino e mi par di vedere Mariano Rumor. Però molto più caruccio. Provo una traduzione possibile: "Mi sto rendendo conto che la Fondazione non è così inutile, magari farebbe comodo anche a me, ma come faccio? Ormai mi sono impegnata. E poi cosa direbbe Giordana?". Ma è una soltanto delle varie interpretazioni. La politica è un enigma avvolto in un mistero.
L'astuta Larotella, che sta giocandosela con gran classe, interviene per affermare con sguardo fermo e voce che non trema che lei continua a lavorare in pieno accordo con il Comune, per il bene della città e della cultura, e che per il resto si rimette in tutto e per tutto alle decisioni che l'amministrazione civica vorrà prendere: siano esse per modificare, o per chiudere, la Fondazione.
Patriziona è già un'ex?
Wow. Sono ammirato. Ma devo pur dare un senso al mio essere lì. Così, finita la festa, vado da madamin e la saluto urbanamente - lei è assai educata e ammodo, lei - e congedandomi le faccio: "Ma tanto ci vediamo domani ad Artissima, no?"."No, non ci sono", risponde lei.
"Ah! - insinuo io, viperino - Non ci sei tu, ma non c'è neppure l'Asproni. E forse l'Asproni è per sempre".
Wonder Chiara ride, di quel riso gorgogliante che, in una donna, può significare un mondo di cose.
Nella fattispecie scarto ogni altra improbabile ipotesi e deduco significhi che ha già tagliato il gargarozzo alla rivale.
Hic manebimus optime
Così, appena uscito chiamo Patriziona Asproni per una conferma.Anche lei, al telefono, ride di quel riso gorgogliante eccetera eccetera. Se è vero che una donna la conquisti facendola ridere, oggi è una strage di cuori. Ma ne dubito. Patriziona ride per smentire: "Licenziata, dici? Non mi risulta, non credo. Almeno, io sono sempre qui", e presumo che per qui intenda la poltrona della Fondazione Musei. Quindi la risposta si fa tecnica, circostanziata e - a mio modesto avviso - perculante per chi so io. "A quanto mi risulta, il Consiglio della Fondazione scade nel 2018; e fino a quella data dura il mio incarico, che mi è stato conferito dal Consiglio, non dal sindaco Fassino; e solo il Consiglio, non il sindaco, me lo può revocare". Pausa. "E' come la storia di Profumo", aggiunge. Voi dite che percula? Boh, secondo me un po' percula. Ma è possibilista, la ragazza: "Io con il nuovo sindaco e il nuovo assessore non ho ancora parlato, ho chiesto un incontro ma non ci siamo ancora viste, d'altronde sono molto occupate. Mi piacerebbe scambiare due parole, per capire come stanno le cose e decidere se io ho intenzione di restare a continuare il mio servizio civile gratuito".
Ok, devo ammetterlo. Me ne ha fatte (e gliene ho fatte) di ogni. Però è stilosa. Una risposta così alla prima occasione me la rivendo.
That's all folks. Per le decapitazioni dovrete attendere.
Campionesse di survival
Al momento, e al netto di proclami granguignoleschi, la situazione è la seguente:1) Angela Larotella resta segretaria di una Fondazione Cultura che sarà chiusa sì, anzi probabilmente, o comunque un bel dì vedremo. Entro il quinquennio, obviously.
2) Patrizia Asproni oggi (domani non so) è la presidente della Fondazione Musei. Sotto attacco, certo. Ma le valige non le ha ancora preparate, e mi intrattiene piacevolmente e a lungo al telefono parlandomi dei suoi nuovi progetti, in particolare le conferenze su arte e scienza ("talks", dice lei) a Palazzo Madama. Ormai trascinato nel gorgo democristiano, mi par di sentire la voce flautata del divo Andreotti che ripete sornione "hic manebimus optime, hic manebimus optime".
E Chiara trova un nuovo amico. Spiritoso
Madamin Appendino, intanto, esplora il mondo affascinante della cultura torinese: adesso ha conosciuto il presidente di Biennale Democrazia, Gustavo Zagrebelsky, e si vede che hanno fatto amicizia. Il prof è un conversatore amabile e spiritoso, e lei regge bene persino la sua battuta "sogno una delibera del consiglio comunale che stabilisca che la parola sindaco è neutra". Un'ora d'aria nell'esprit de finesse giova a chiunque, e anche Wonder Chiara ha bisogno di staccare ogni tanto.In prima fila sedeva Paolo Giordana.
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