Tuttavia nemmeno l'Agis nel suo accorato appello pone la semplice domanda che avrei voluto leggere nei tanti accorati appelli che i barbapapà culturali hanno rivolto al governo su espressa richiesta di Chiarabella. Mentre a Chiarabella gli stessi barbapapà hanno accuratamente evitato di rivolgere appelli e doglianze, benché i tagli li abbia decisi lei.
E visto che non l'ha scritta nessuno degli appellanti barbapapà, la domanda la scrivo io, caso mai gli servisse per il prossimo appello: "Ma perché cazzo, su un bilancio di oltre un miliardo, per recuperare un buco di trenta milioni tu vai a toglierne quasi 6 proprio alla Cultura, che già prendeva le briciole? Ti rendi conto, vero?, che tagliando 5,8 milioni tu tagli il 28 per cento delle risorse, già minime, stanziate per la Cultura dall'ultimo bilancio di Fassino? Perché proprio gli operatori culturali devono pregare che il governo paghi, e esibirsi in simili pantomime per indurlo a pagare?".
Questo avrei voluto leggere negli accorati appelli dei barbapapà della cultura torinese. Andava bene anche un tono più rispettoso. Capisco che tutti tengono famiglia. Ma dirglielo, eddài...
Bonus track: l'appello dell'Agis
Eccovi anche l'appello dell'Agis, che non si dica mai che censuro qualcuno: "L’Agis Piemonte, nella consapevolezza del delicato momento che coinvolge l’Amministrazione Comunale in tema di bilancio, quindi i cittadini ed anche le istituzioni culturali, che rischiano di essere gravate di forti tagli di contribuzione, sostiene con decisione la richiesta della Sindaca Chiara Appendino, di ottenere dal Governo il trasferimento dei fondi certificati dalle due sentenze del Tar e del Consiglio di Stato. Nella speranza che tale contenzioso trovi una rapida e positiva soluzione, auspichiamo che gli stanziamenti per Cultura e Spettacolo, possano usufruire di un incremento, che consenta alle imprese del settore, specie di media e di piccola dimensione, di conservare la propria attività, nell’interesse dei lavoratori e dei cittadini, in particolar modo appartenenti a categorie che possono avvicinarsi alla cultura solo con costi calmierati dall’intervento pubblico" (Luigi Boggio, presidente Agis)
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