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SALONE, LA PROCURA CHIUDE LE INDAGINI: STORIE DI IERI, STORIA DI OGGI

E' terminata l'inchiesta della magistratura sulla vecchia gestione del Salone del libro di Torino. Oggi la polizia giudiziaria ha notificato gli avvisi di chiusura dell'indagine ai 29 indagati. I reati contestati variano, a seconda dei soggetti, dal peculato al falso in atto pubblico, alla turbativa d'asta. Tra gli indagati ci sono l’ex sindaco Piero Fassino e l'assessore alla Cultura Antonella Parigi, Michele Coppola (per il suo ruolo in Banca Intesa San Paolo), gli ex presidenti del Salone Rolando Picchioni e Giovanna Milella, l'ex direttore generale di Lingotto Fiere Régis Faure. L’inchiesta riguarda i bilanci della Fondazione per il Libro approvati tra il 2010 e il 2015. In particolare l'indagine punta sulle vicende dell'affidamento diretto alla società Gl Events dell'organizzazione dell'edizione 2015 del Salone e sulla presunta sovrastima del marchio che nel 2009 sarebbe stato valutato con parametri non corretti. 
Per aiutare i più distratti senza spallarmi a scrivere cose risapute, vi linko il lancio Ansa e un articolo uscito oggi sul Corriere

Niente di nuovo sotto il sole (per me)

L'unica notizia di giornata è che l'indagine è chiusa. Ora la magistratura dovrà decidere chi processare, chi assolvere, chi condannare. Intanto i tribunali del popolo on line emetteranno i loro verdetti a muzzo: ma se permettete io non mi unisco alla canea. Non sono un giudice, né un questurino, e men che meno un giustiziere della mutua; non mangio grazie alla politica e di conseguenza non devo difendere amici o linciare nemici; ma soprattutto, spiace dirlo, oggi non ho nulla di nuovo da scrivere. Io sugli argomenti oggetto dell'indagine della procura ho scritto - pure incazzandomi - quando i giustizieri della mutua dormivano il sonno dei beoti. 
In particolare espressi le mie perplessità sulla (sovra?)valutazione del marchio del Salone già nel novembre del 2015 ("A proposito del Salone: due conti che mi inquietano"); e in altra occasione l'ho ricordato a qualche stronzetto che mi "accusava" di non scriverne. Peraltro, anche a futura memoria, metterei a verbale che ho pure espresso alcune riserve sulla recente (sotto?)valutazione del marchio ("Giallosalone: il mistero del marchio avvelenato", 7 novembre 2017) e successiva vendita all'asta.

Il dossier Salone-Gl

Un discreto riassunto delle traversie del Salone nel periodo oggetto dell'inchiesta della procura lo trovate in "E' stato Picchioni! Un post su ciechi, sordi, fessi e smemorati", dell'ottobre 2015. Un altro riassunto, con link a vari post pubblicati fra il 2014 e il 2016, lo trovate in "Il Salone non risparmia nessuno" dell'8 gennaio 2018, quando vennero emessi gli avvisi di garanzia per Fassino e Parigi.
Quanto ai rapporti fra Gl Events, Salone del Libro e istituzioni pubbliche, beh, quello è un dossier infinito. Leggetevi qualche vecchio post, tanto per rinfrescarvi la memoria.
"Come ho ucciso il Salone" (21 settembre 2016)
"Eventualmente ci sarà un motivo" (10 settembre 2016)
"Perché il Salone al Lingotto?" (21 gennaio 2016)
"Cvd: Gl si becca il Salone" (9 dicembre 2015)
"La minchiata perfetta" (13 settembre 2015)
Non vado più indietro perché prima il blog non c'era; e stasera non ho voglia di cercare negli archivi on line della Stampa.

Gran finale con predizione

A proposito di Salone e di marchio. Adesso il marchio lo hanno comperato all'asta gli ex fornitori (e attuali creditori) della Fondazione per il Libro. Il principale di essi è Gl Events. Vi ripropongo il post del 15 ottobre 2015 "Tutto il potere ai privati". 

Bonus track: un riassunto dell'epopea del marchio

Maggio 2009. La Fondazione per il Libro, in condivisione con la Camera di Commercio, avvia un "processo di analisi" sul valore commerciale del Salone: la società di advisor Icm stima il marchio 1.850.000 euro. Quella cifra consente di chiudere in attivo il bilancio 2010, approvato dal CdA della Fondazione nel giugno 2011.
Luglio 2017. Il CdA della Fondazione per il Libro commissiona una nuova valutazione del marchio, stavolta allo studio Jacobacci, con indicazioni diverse da quelle a suo tempo fornite all'Icm: quindi la stima non tiene conto di indicatori quali l'avviamento, il giro d'affari e le ricadute economiche sul territorio. Aspetti - aggiungo per dovere di cronaca - considerati invece da quattro ricerche statistiche (del Centro Omero dell'Università, di Turismo Torino, di Quorum/You Trend e di Quayeris) condotte in occasione dell'edizione 2016 e pubblicate nel 2017, giusto mentre si attende la valutazione dello studio Jacobacci: le quattro ricerche confermano la valenza del Salone sul territorio.
Novembre 2017. Lo studio Jacobacci valuta il marchio 160 mila euro. Il bilancio della Fondazione collassa e si va alla liquidazione.
Dicembre 2018. Il marchio viene venduto all'asta: la base è 350 mila euro. Unici partecipanti all'asta sono gli ex fornitori del Salone che si aggiudicano il marchio per 600 mila euro. All'incirca la metà di quello che varrebbe oggi, tenuto conto degli ammortamenti, in base alla valutazione del 2009.

Bonus track 2: le dichiarazioni di Parigi e Picchioni

In serata ho ricevuto i comunicati diffusi da due degli indagati. Ecco quello dell'ex presidente Picchioni: "Sono assolutamente certo di poter contestare in termini vincenti e convincenti le accuse che dopo quattro anni di indagini mi vengono imputate. Finalmente da domani potrò avere visione delle carte processuali. Per serietà dunque le mie difese verranno esposte quando ne avrò compiuta conoscenza, ma sin da ora tengo a respingere fermamente l'accusa di aver utilizzato per fini personali le risorse della Fondazione, per il cui bene mi sono impegnato con tutte le mie energie per oltre quindici anni.Sarà così sconfitta ogni fantasiosa ricostruzione che ha trovato un ingiustificato successo di chiacchiera".
Ed ecco quello dell'assessore Parigi: "Mi è stato notificato oggi dalla Procura di Torino l'atto di chiusura delle indagini relative al Salone Internazionale del libro. Rinnovando la mia piena fiducia nei confronti della magistratura, voglio altresì ribadire la forte convinzione di aver sempre agito correttamente, con l’obiettivo di perseguire le finalità di pubblico interesse della Regione Piemonte che ho cercato sempre di rappresentare con tutto l’impegno di cui sono capace".

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