Pietro Marcenaro |
E oggi Pietro Marcenaro, il presidente del Museo Diffuso della Resistenza, ha detto basta.
Ecco la notizia, così come l'ho ricevuta:
"In conclusione dell’Assemblea dei Soci che ha approvato il Bilancio Consuntivo 2016 del Museo Diffuso della Resistenza, Pietro Marcenaro, presidente del Museo, ha rassegnato le sue dimissioni con la lettera che qui segue:
"In conclusione dell’Assemblea dei Soci che ha approvato il Bilancio Consuntivo 2016 del Museo Diffuso della Resistenza, Pietro Marcenaro, presidente del Museo, ha rassegnato le sue dimissioni con la lettera che qui segue:
Con l'approvazione del bilancio 2016 considero concluso il mio impregno del Direttivo e alla Presidenza del Museo Diffuso della Resistenza e rassegno pertanto le mie dimissioni.
È stato un onore per me, in questi anni, cercare di contribuire a tenere in vita una istituzione come il Museo che occupa nella identità di Torino e nella coscienza dei cittadini uno spazio molto maggiore di quello che gli è riservato nei bilanci delle istituzioni che lo sostengono.
Ringrazio il Direttore e tutte le altre persone che al Museo lavorano e hanno lavorato e che hanno garantito, col loro impegno, che a una drastica riduzione delle risorse non corrispondesse un crollo dell’offerta culturale del Museo e della sua qualità. Non sarebbe giusto, né per loro né per la città, che questo patrimonio di competenze e di passione venisse logorato e disperso.
Con le mie dimissioni anticipate intendo sottolineare che per il Museo, per la sua continuità, per evitare un declino silenzioso ma irreversibile, è giunta l’ora delle scelte.
A tanti anni di distanza dalla sua fondazione, e in presenza di un contesto nuovo e potenzialmente più favorevole come quello definito dalla nascita del Polo del ‘900, missione e progetto del Museo devono essere riesaminati e rilanciati.
Confido che le mie dimissioni e la scelta del mio sostituto possano essere l’occasione per avviare concretamente questo riesame e questo rilancio.
Confido che le istituzioni della Città e della Regione, che sono informate della situazione e dei problemi che è necessario affrontare, vogliano assumersi rapidamente le loro responsabilità, da un lato per garantire le risorse necessarie alla continuità del Museo, dall’altro per indicare e cominciare a percorrere la via del cambiamento necessario".
È stato un onore per me, in questi anni, cercare di contribuire a tenere in vita una istituzione come il Museo che occupa nella identità di Torino e nella coscienza dei cittadini uno spazio molto maggiore di quello che gli è riservato nei bilanci delle istituzioni che lo sostengono.
Ringrazio il Direttore e tutte le altre persone che al Museo lavorano e hanno lavorato e che hanno garantito, col loro impegno, che a una drastica riduzione delle risorse non corrispondesse un crollo dell’offerta culturale del Museo e della sua qualità. Non sarebbe giusto, né per loro né per la città, che questo patrimonio di competenze e di passione venisse logorato e disperso.
Con le mie dimissioni anticipate intendo sottolineare che per il Museo, per la sua continuità, per evitare un declino silenzioso ma irreversibile, è giunta l’ora delle scelte.
A tanti anni di distanza dalla sua fondazione, e in presenza di un contesto nuovo e potenzialmente più favorevole come quello definito dalla nascita del Polo del ‘900, missione e progetto del Museo devono essere riesaminati e rilanciati.
Confido che le mie dimissioni e la scelta del mio sostituto possano essere l’occasione per avviare concretamente questo riesame e questo rilancio.
Confido che le istituzioni della Città e della Regione, che sono informate della situazione e dei problemi che è necessario affrontare, vogliano assumersi rapidamente le loro responsabilità, da un lato per garantire le risorse necessarie alla continuità del Museo, dall’altro per indicare e cominciare a percorrere la via del cambiamento necessario".
Pietro Marcenaro
Spero che le dimissioni servano veramente a re-impostare le riflessioni sulla Resistenza e sulla Convivenza su basi nuove . Delle quali c'è DIFFUSO bisogno. La mia solidarietà.
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