Chiara Appendino, con Paolo Giordana e Luca Pasquaretta, a Madrid si prodiga per gettare un ponte culturale fra le due città |
L'invencible armada alla conquista di Madrid
Dacché si è casualmente appreso che giusto giusto nel primo giorno del tormentato G7 torinese Chiarabella se la sarebbe squagliata a Madrid, le opposizioni ci sono andate a nozze e le battute si sono sprecate (e beh, succede casino in piazza San Carlo e tu sei a Cardiff, minacciano casini in tutta la città e tu sei a Madrid... Ma che t'aspettavi, santa ragazza? Gli applausi?) costringendo la povera giovine a un rapido rientro in serata, in tempo per accogliere i ministri alla Venaria. Pare che Chiarabella non l'abbia presa benissimo: viaggiatori giunti da piazza Palazzo di Città mi riferiscono che negli uffici del celebre Gabinetto della Sindaca gli smadonnamenti volavano altissimi, con lei incacchiata nera soprattutto con il suo staff (vabbé, con Giordana...) che non è riuscito a disinnescare la figura di merda.Ad ogni modo, risulta alle cronache che al seguito della Sandretto's expedition sono partiti non soltanto madamin Appendino, ma anche l'assessore all'Innovazione Paola Pisano per firmare un accordo con l'omologa madrilena, e gli irrinunciabili Bibì&Bibò Paolo Giordana e Luca Pasquaretta per non privare gli ospitali spagnoli delle nostre migliori eccellenze,
Mi domanderà il benevole lettore: e a te chettefrega del gruppo vacanze Piemonte?
Meno che del mio primo dentino, ça va sans dire. Per me sono liberissimi di andare dove meglio gli aggrada, ci mancherebbe altro. Anzi, mi pare giusto: mica puoi fare una politica d'ampio respiro restandotene asserragliato al paesello. E in quell'ottica Madrid ha più senso che Alba.
C'è una Torino che esporta cultura...
Però mi dispiace davvero per Patrizietta. Sul serio. Pensateci un po': una fondazione torinese, privata, che si occupa di arte contemporanea ad altissimo livello internazionale, apre una "succursale" a Madrid. E' roba forte, tipo - toute proportion gardée - la Fondazione Guggenheim a Bilbao; con alcune differenze sostanziali, la più mortifera delle quali è che la casa madre della Fondazione Guggenheim sta a New York mentre quella della Sandretto sta a Torino. Come dire? The right thing in the wrong place.... una Torino che aspetta CioccolaTò...
E' il pensiero che mi feriva crudelmente oggi pomeriggio, durante il Consiglio comunale di Torino, mentre sotto i miei occhi andava in scena la tragicommedia dell'assessore al Commercio Alberto Sacco messo di fronte all'eventualità sempre più concreta che per i soliti casini dei bandi possa di nuovo saltare, per il secondo anno consecutivo, la prestigiosa kermesse CioccolaTò, pensa te a che punti che siamo... Aggiungo per dovere di cronaca che Sacco ha rassicurato tutti annunciando che però "di sicuro a marzo faremo di nuovo Aspettando CioccolaTò": insomma, quelli seri aspettano Godot, e noi aspettiamo CioccolaTò. Beckett si sganascerebbe dalle risate.... e una Torino che si vanta delle feste di via
Ma sto divagando, scusatemi: è un cartone animato un po' caotico. Riprendo il filo. L'assessore triste si ingegnava di dimostrare a una sonnacchiosa accolita di consiglieri comunali - i quali giustamente se ne sbattono di CioccolaTò - che nonostante tutto Torino è piena di eventi, e citava a mo' d'esempi il Raduno ("ma nazionale!") delle Cinquecento nonché la prestigiosa festa di via Nizza (con il mago Wilson, mica cazzi!) e l'ancor più prestigiosa "Bau Bau Street", per non dire della Vendemmia in Città. Il triste Sacco era così triste che, sospetto, in cuor suo rimpiangeva persino la gara dei rutti.Ecco: mentre nella Città dalle Molte Sfighe ci abbarbichiamo alle feste di via per fingerci vivi, un'accellenza privata torinese si espande e diventa un progetto internazionale e fa sì che ancora qualcuno pensi a Torino come a una capitale d'arte e cultura: questo - piaccia o non piaccia la Sandretto - per il prestigio di una città è qualcosa di diverso dalla Bau Bau Street. Eppure basta la ragazzata di quattro scolaretti in gita per oscurarlo.
Qualcuno, a tal proposito, mi ha detto che per evitare la grezza era sufficiente che Chiarabella se ne restasse a fare il mestiere di sindaco a Torino, e si facesse rappresentare a Madrid dall'assessore alla Cultura. Per la verità, a Madrid l'assessore alla Cultura c'era. E presentava la sua Fundación.
Ma il Consiglio comunale mira altissimo
Francesca Leon invece era in Consiglio comunale. Oggi la aspettavano un paio di interpellanze - che poi non hanno nemmeno discusso per mancanza di tempo - con le quali il solito Ricca come al solito chiedeva le dimissioni del solito Christian Valsecchi.A proposito: nello stesso Consiglio hanno approvato la famosa mozione sulla Cavallerizza. Il vicesindaco Montanari ha pure garantito che la Cavallerizza diventerà un polo di creatività artistica giovanile.
Questo è lo stato della cultura a Torino addì 25 settembre 2017.
Un immeritato oscuramento
Ma torniamo a occuparci di cose serie. A parziale riparazione dell'ingiusto oscuramento che ha subito la nascitura Fundación, ho quindi deciso di pubblicare integralmente l'entusiastico proclama di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo diffuso oggi dal departamento prensa y propaganda de la misma Fundación. Voi magari non lo leggerete, ma pazienza, sento che devo farlo: ciò che è giusto è giusto, anche nei casini.Con parole sue: Patrizietta racconta la Fundación
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo davanti alla sede madrilena della Fondazione |
Più di vent’anni di esperienza a favore dell’arte contemporanea mi hanno portato a compiere questo passo, mossa dal desiderio di ampliare la sfera d’azione dell’istituzione che ho costituito nel 1995, portandola nel contesto di una grande metropoli europea. Mi piace pensare che l’istituzione che porta il mio nome e quello della mia famiglia abbia da oggi tre case, legate da una filosofia chiara e unitaria, ma caratterizzate ciascuna da una propria fisionomia: Palazzo Re Rebaudengo a Guarene d’Alba, tra le colline del Piemonte; il Centro di Torino, sorto nel 2002 in un quartiere protagonista di quel dinamico e decisivo processo di trasformazione in atto negli ultimi decenni nella mia città; la sede di Madrid che sarà situata nel cuore di un vero e proprio laboratorio di creazione multidisciplinare. Queste tre dimensioni si armonizzano con le vocazioni dell’arte attuale: la sua capacità di muoversi tra località e globalità, di interpretare i sentimenti di prossimità e di vicinato, di declinare la relazione con il paesaggio naturale e urbano e, nello stesso tempo, di riflettere sui macro cambiamenti e le emergenze del presente.
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, a Guarene e a Torino, insieme alla Fundación di Madrid danno vita a una nuova costellazione, disegnano una nuova geografia che realizza concretamente un’idea di Europa basata sulla reciprocità fra luoghi, comunità, saperi e culture. Il sogno di aprire una nuova fondazione mi ha portato in questi anni a visitare molte città e numerosi spazi. Ho scelto Madrid perché considero la Spagna la mia seconda patria e perché lo spagnolo è una lingua che conosco bene e che mi è molto familiare. Ho scelto Madrid perché è una grande capitale globale e perchè è un ponte verso la cultura latino-americana, una scena in crescita, che guardo da tempo con molta attenzione.
La Collezione Sandretto Re Rebaudengo – che ho avviato nel 1992 – avrà un ruolo importante nella nuova Fundación. La mia Collezione ha sempre avuto un carattere aperto, dinamico: è alla base della nascita della Fondazione e in questi suoi venticinque anni ha viaggiato in tutto il mondo. Questa è una stagione molto felice per la Collezione: secondo una linea consolidata, sto curando il rapporto con il territorio e continuo a farla conoscere sulla scena internazionale. In novembre, cinquanta opere della mia raccolta saranno esposte nella mostra "Come una falena alla fiamma" - curata da Tom Eccles, Mark Rappolt e Liam Gillick - nata dalla nostra collaborazione con le Ogr. Sempre in ambito locale, abbiamo avviato un altro progetto importante, aprendo un dialogo con il Comune di Venaria Reale, cui è già seguita una serie di sopralluoghi, con il fine di individuare uno spazio per esporre in permanenza una parte della Collezione e organizzare mostre. In primavera la Collezione sarà in Cina, al Rockbund Art Museum di Shanghai.
Nella sede di Madrid, la Collezione sarà presentata per cicli di opere che riallestiremo periodicamente, offrendo ai visitatori un percorso nell’arte contemporanea degli ultimi decenni, attraverso opere di artisti internazionali, datate tra il 1990 e il presente.
La Fundación sarà soprattutto un centro espositivo, dedicato alla ricerca e alla produzione di nuove mostre e di nuove opere. In linea con la nostra filosofia, avrà al proprio interno i luoghi deputati all’attività del Dipartimento educativo, della mediazione culturale, della formazione specialistica e delle residenze per artisti e curatori. Ho affidato la concezione dei suoi interni all’architetto David Adjaye (tra i suoi progetti recenti ricordiamo il Smithsonian Insitute National Museum of African American History and Culture a Washington DC voluto fortemente da Barak Obama), in collaborazione con l’architetto spagnolo Arturo Franco. Ho invitato gli architetti a lavorare su un’idea di luogo ospitale, pensato per le opere e gli artisti, per i pubblici, le scuole e le famiglie coinvolte nelle visite e nei laboratori. Come già nelle altre due sedi della Fondazione, il principio dell’accessibilità sarà applicato attraverso l’assenza di barriere sia fisiche che culturali.
Nel 2002, il Centro di Torino della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo ha aperto le porte dopo un processo di collaborazione fra pubblico e privato, un processo pilota che non aveva molti precedenti in quegli anni.
Nel 2017, il progetto per l’apertura della Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid si colloca analogamente nella sfera di una stretta collaborazione con il Pubblico. Nel settembre del 2015, dopo aver visitato gli spazi del Matadero, sono entrata in contatto con il Comune di Madrid, candidandomi per la concessione della Nave 9. Sottoposto alla Sindaca di Madrid, Manuela Carmena Castrillo, il progetto è stato ufficialmente accolto, tramite il Coordinatore generale del Comune di Madrid, Luís Cueto, nel febbraio 2016. Da quella data è iniziata la negoziazione con il Comune di Madrid, con l’obiettivo condiviso di arrivare a una concessione demaniale della durata di 50 anni, in cambio della ristrutturazione e della successiva attuazione di un progetto culturale di carattere espositivo, educativo e di ricerca, centrato sulle diverse espressioni artistiche contemporanee. La concessione è stata formalizzata l’8 settembre scorso con un decreto firmato congiuntamente dalla Sindaca e da me.
La Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid è stata costituita nel gennaio 2017. La Fondazione italiana e la Fondazione spagnola saranno accomunate da missioni, obiettivi, metodologie e buone pratiche; saranno legate da una traiettoria disegnata giorno per giorno dall’arte contemporanea. Con il mio progetto, spero anche di poter contribuire a quel processo di internazionalizzazione in uscita che è una delle linee su cui la mia città, Torino, sta giustamente puntando.
Il lavoro da fare, prima dell’inaugurazione, è ancora molto lungo. Oggi, in occasione della conferenza stampa ufficiale, consentitemi di essere felice e orgogliosa per aver portato, con la nuova Fundación Sandretto Re Rebaudengo Madrid, un po’ di Torino a Madrid.
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
Ho letto con piacere. Patrizia Sandretto è una delle *eccellenze assolute* della nostra città, da promuovere e sostenere senza riserve
RispondiEliminaGentile Gabo, a proposito delle feste di via, via Nizza in particolare ma anche via Ventimiglia. Oltre l'inutilità delle cianfrusaglie esposte, prima o poi ci scapperà il morto sull'ambulanza che non riuscirà a raggiungere la zona ospedali perchè intasata dal traffico.
RispondiEliminaSaluti PaoloS