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PANETTONI E DIRETTORI: IL CAMPIONATO DELLE SEDI VACANTI

A Palazzo Madama il direttore quest'anno non mangia il panettone. E manco la colomba.
Scusate il calembour di bassissima qualità, ma mi ci hanno tirato per i capelli. La storia è questa: la Fondazione Torino Musei s'è accordata con un'azienda, la Fantolino (sì, quelli delle uova) per un'iniziativa pubblicitaria a costo zero e, presumo, di reciproca convenienza: l'immagine di Palazzo Madama comparirà su quattrocentomila confezioni di uova commercializzate dalla Fantolino - confezioni che daranno diritto a uno sconto per l'ingresso ai musei della Fondazione - e la Fantolino produrrà per questo Natale il "Panettone delle Madame Reali". Vabbé, una trovata divertente. Non mi scandalizzo se la promozione dei nostri musei passa anche dagli scaffali dei supermercati, e raggiunge - parola del presidente della Fondazione Maurizio Cibrario - "le massaie, i loro mariti e i loro figli". Fantastico il termine "massaie": non lo sentivo dagli anni Settanta. Cibrario è sempre deliziosamente demodé.
Insomma, stamattina mi spingo fino a Palazzo Madama per assistere alla giubilante presentazione dell'iniziativa, starring un presidente, un segretario generale, due assessori due, nonché fantolini e fantoline assortiti, che mi domando cosa combinerebbero a Palazzo Madama se mai dovessero annunciare l'acquisizione di un Caravaggio - ok, è un'ipotesi del tutto fantascientifica, ma dico così per dire. 

Palazzo Madama: direttore a primavera. O anche dopo

Per dare un senso alla mattinata, acchiappo Cibrario e m'informo sulla situazione del direttore. Vi ricordo che Palazzo Madama è senza direttore da settembre, quando Guido Curto ha definitivamente lasciato la poltrona e si è trasferito alla Reggia di Venaria (ma già a maggio il suo trasferimento era stato ufficializzato). E da allora a Palazzo Madama non c'è nessuno al comando. Non ufficialmente, almeno: nei fatti, comanda il segretario generale Elisabetta Rattalino. Donna senz'altro efficiente e volitiva, ma non un'esperta d'arte: è laureata in Economia aziendale
Maurizio Cibrario
Il presidente demodé non sembra però turbato dalla circostanza: "Presto faremo il bando per il direttore", mi dice. Ok, presto: ma presto quando? insisto. "Verso marzo", risponde serafico Cibra. Ovvero, a Palazzo Madama non ci sarà un direttore a mangiare il panettone delle Madame Reali per Natale. Faccio un rapido calcolo mentale, e concludo che - considerati i tempi torinesi - non ci sarà neppure a Pasqua, e manco l'estate prossima: ben che vada, l'anelato direttore non lo vediamo prima dell'autunno prossimo. Quindi Palazzo Madama resta senza direzione per un anno? "Ah, non c'è problema - mi rassicura Cibrarione - tanto Curto aveva già pianificato le mostre dei prossimi due-tre anni".
Il ragionamento mi pare stravagante: se funziona così, tanto varrebbe stare senza direttore fino al 2021, così risparmiamo uno stipendio. Peccato che le mostre serie  si pianifichino giustappunto con due-tre anni di anticipo, e dunque servirebbe un direttore per preparare i programmi dal 2021 in poi, e servirebbe adesso.
Incuriosito, prego Cibrario di spiegarmi per quale motivo il bando non si faccia subito. "Prima vogliamo terminare il restauro della facciata", replica lui.
Beh, mi arrendo: proprio non ci arrivo. Che c'entra la facciata con il direttore? "La facciata in rifacimento potrebbe scoraggiare qualche candidatura di valore", mi spiega Cibrario. Cioé, trasecolo io, se un museo ha la facciata in rifacimento si candidano soltanto gli sfigati? Beh, se non altro vuol dire che per Palazzo Madama puntate in alto, commento. Non credo che Cibrario colga il tono sarcastico. "Molto in alto", mi conferma. 
E bon, a Palazzo Madama niente direttore.

Trg: Melano per il dopo-Melano? 

D'altronde è la moda del momento, a Torino. C'è il Museo della Resistenza, che ha trionfalmente superato il duecentocinquantesimo giorno senza direttore, né si scorge all'orizzonte la minima intenzione di cercarne uno. Chiotta chiotta, però, in testa alla classifica al momento c'è la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani. L'8 febbraio scorso si è chiuso il bando per trovare il successore di Graziano Melano, direttore artistico del Trg fin dalla fondazione. Risulta che si siano candidati in 49, e la commissione esaminatrice ha selezionato una short list, ma ancora non si è arrivati alla scelta definitiva. Otto mesi, 272 giorni per selezionare un direttore, sono senz'altro una performance degna di nota. 
Graziano Melano
Ma l'aspetto davvero comico della faccenda è un altro. Nel 2016 Comune e Regione avevano modificato lo Statuto della Fondazione, inserendovi il limite di due mandati per il direttore artistico, con il preciso scopo di pensionare Melano. Adesso, però, gira con insistenza la voce che, alla fine della fiera, sarà proprio Melano - che in effetti ha partecipato al bando, e pare sia gradito alla nuova maggioranza in Regione - a succedere a se stesso. Quando si dice l'eterogenesi dei fini.

Museo del Cinema: niente di nuovo sul fronte di Ghigo

Però Museo della Resistenza e Teatro Ragazzi dovranno impegnarsi al massimo dell'umana inefficienza se vogliono battere il formidabile primato di 1025 giorni senza direttore stabilito dal Museo del Cinema (record non omologato perché da parte del Museo non c'è mai stata una comunicazione ufficiale della firma del neodirettore Mimmo De Gaetano). Comunque il Museo del Cinema adesso si è dedicato alla staffetta: trovato bene o male un direttore, ha perso il presidente. Sergio Toffetti si è dimesso il 23 settembre e tocca alla Regione nominare il suo sostituto. Albertone Cirio s'è preso tempo per ponderare la scelta, ma già il 18 ottobre sembrava indirizzato sul nome dell'ex presidente della Regione Enzo Ghigo. Da allora, però, nulla si è ancora mosso.

Regione: Casagrande lascia, arriva Turetta?

Mentre ancora si attendono notizie sul nuovo direttore dell'Accademia Albertina, per il prossimo futuro promette molto bene la direzione del Settore cultura in Regione: a dicembre lascia l'attuale responsabile Paola Casagrande, e l'assessore Poggio, secondo la sua consolidata pratica, sta studiando: per il momento, però, senza arrivare a nessuna conclusione. Circola - lo dico per dovere di cronaca - il nome del solito Mario Turetta. Adesso l'ex direttore di Venaria è comodamente sistemato a Roma, alla Direzione cinema del ministero della Cultura, ma scalpita per tornare a Torino. S'è visto sfumare sotto il naso l'assessorato regionale alla Cultura, che sembrava destinato a lui, e difficilmente otterrà il posto di Capo gabinetto di Cirio, cui aspirava: la direzione del Settore cultura sarebbe un discreto ripiego.

Circolo dei Lettori, addio a Maurizia

Incombe il nodo-direzione anche al Circolo dei Lettori. Maurizia Rebola, in carica da novembre 2014, non si ricandida (e la capisco...) e il 20 dicembre lascia la poltrona in via Bogino. L'avviso per la selezione del prossimo direttore è già pubblicato. L'incarico è per tre anni con opzione di rinnovo, il compenso - pari a quello di un dirigente regionale - è di 95 mila euro lordi annui. Le domande devono arrivare entro mezzogiorno del 15 novembre. 
Spero, per il bene del Circolo, che almeno stavolta riescano risolverla in fretta. L'esperienza m'insegna che, quando la tirano troppo per le lunghe, significa che stanno cucinando qualche porchezzo.

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