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TESTA, DE ANDRE' E LA GAZZETTA DEL POPOLO

http://www.lastampa.it/2013/10/28/multimedia/spettacoli/gianmaria-testa-il-live-racconta-anni-di-strada-l8wE3pDdk1tyYe2gR8uwgP/pagina.html
Eccovi il link a www.lastampa.it  per vedere la videointervista con Gianmaria Testa. Dopo La Stampa siamo andati al Circolo dei Lettori www.circololettori.it per l'incontro con il pubblico. Prima di cominciare, ci siamo rifocillati al Barney's Bar www.barneysbar.it del Circolo, come si può vedere nella fotografia (con Testa c'è la sua manager, e moglie, Paola Farinetti).
Gianmaria Testa da Barney's con la moglie Paola Farinetti
 Poi, con il pubblico in sala, abbiamo ascoltato alcune delle canzoni dell'album live "Men at Work", commentate e spiegate da Gianmaria. E' venuta fuori, tra l'altro, una piccola storia che vi voglio raccontare: "Lele", uscita per la prima volta nel 2006 nell'album "Da questa parte del mare", è una canzone che parla del suicidio di una donna calabrese venuta al Nord per sposarsi con un contadino del Basso Piemonte. Accadeva spesso, ancora negli anni Settanta. Era, anche quella, emigrazione: per sfuggire a una miseria che nelle nostre campagne non mancava, ma nel Meridione era più nera e feroce. "Lele" nasce da un fatto vero: Testa la scrisse a sedici anni, nel 1976, colpito da un articolo, nella cronaca di Cuneo della Gazzetta del Popolo, che in poche righe riferiva della tragica morte di una madre che, oppressa dalla miseria e dallo stradicamento, aveva ceduto alla disperazione e l'aveva fatta finita. A quanto mi risulta, "Lele" è la seconda grande canzone ispirata da un articolo della gloriosa Gazzetta del Popolo - un quotidiano, oggi scomparso, che fino agli anni Settanta era il più venduto nelle province piemontesi, proprio grazie alla "novità" delle pagine con le cronache locali. La prima è "La canzone di Marinella". Tutti sanno che De André in quella canzone trasfigura la triste vicenda di una prostituta uccisa da un cliente. E' però meno noto che Faber trovò quella storiaccia proprio sulle pagine di Asti della Gazzetta del Popolo. La cosa, lo so, è controversa: sono stati citati anche altri giornali. A me però la raccontò così De André, e tale quale ve la riferisco. La Gazzetta del Popolo era il giornale che Fabrizio leggeva da bambino, nella casa che la sua famiglia possedeva a Revignano dai tempi della guerra, quando il padre l'aveva comperata per trasferirvi moglie e figli al sicuro dai bombardamenti su Genova. Lì Faber visse fino al 1950. E sempre lì, a Revignano, conobbe la compagna di giochi Nina Manfieri: quella di "Ho visto Nina volare", una delle più belle canzoni dell'ultimo De André. In tanti si sono lambiccati sul significato recondito di quei versi "Ho visto Nina volare tra le corde dell'altalena". Beh, De André voleva dire semplicemente quello. Che aveva visto Nina volare tra le corde dell'altalena. Come tutti i bambini, quando giocano con l'altalena.

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