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CINQUE PASSI NELLA SPIRITUALITA'

Torino Spiritualità ha un vantaggio notevole, specie per il frequentatore occasionale, distratto, o rimbalzato per esaurimento dei posti: non importa dove vai, caschi comunque bene; e se non riesci a entrare alla conferenza che ti interessa, poco distante ce n'è un'altra che non ti aspetti, e che ti farà scoprire qualcosa che ti interesserà - insomma, tipo serendipity.

Storici da palcoscenico

Io però, da bravo ragazzo, ho saggiamente prenotato i posti per l'incontro di ieri sera  al Circolo dei Lettori. Volevo assolutamente ascoltare Alessandro Barbero (noi del Barbero fans club non possiamo mancare) e Alessandro Vanoli: due storici brillanti e preparati, due abili divulgatori, ma anche due talenti rubati al teatro. Vanoli piacionissimo, Barbero trascinante, entrambi posseggono i tempi e le malizie dell'attore di razza. La loro conferenza sui barbari è ovviamente illuminante; ed è uno show interpretativo che segnalo all'attenzione di Mario Martone per la prossima stagione dello Stabile.

Il mio sabato spirituale

Incoraggiato dalla bella serata, oggi vorrei dedicarmi full time a Torino Spiritualità. Ho scelto dal programma cinque tappe:
  1. alle 11,30 al Gobetti "I fantasmi dell'infelicità" con Pietrangelo Buttafuoco, uomo di pensiero obliquo e persona squisita (nonché intellettuale vero di destra, specie rara e pregiata).
  2. alle 15 al Carignano andrei a sentire "Lo stupore" di Vito Mancuso; stupendomi a mia volta perché vado a sentire un teologo, seppur eretico. Sed homo sum, humani nihil a me alienum puto.
  3. alle 18, onde disintossicarmi da tanta spiritualità, tornerei al Gobetti per "Fighters, siete pronti?": Jonathan Gottschall e il suo degno complice Luca Beatrice promettono sangue e arena con un'indagine concreta (e dolorosa) sul fascino perverso della violenza.
  4. alle 19,30 (e qui si tratterà di conquistare per via spirituale il dono dell'ubiquità o del teletrasporto) vorrei essere alle Fonderie Limone per lo spettacolo di danza "En avant, marche!" di cui mi dicono meraviglie.
  5. E la sera, alle 21, senza nulla togliere a Piccolo e ai suoi momenti di (in)felicità, me ne tornerei al Carignano per i canti e le danze sufi dell'isola di Mayotte. Spettacolo firmato Musica 90, per me una garanzia. A meno che non me la senta di spingermi fino all'ultima Thule - il Parco Astronomico di Pino - per il reading sonorizzato "Le stelle rispondono", con il signor Palomar di Calvino addetto alle parole, Orlando Manfredi & Gatto Ciliegia addetti alla musica, e quelli dello staff del Planetario addetti alle stelle.
Queste le buone intenzioni mattutine. Vediamo quanto me ne consentiranno la mia pigrizia, le code per entrare nei posti, e le blandizie del giorno.
Intanto per vostra comodità - e nella speranza scegliate appuntamenti diversi dai miei, così da sfoltire le code - pubblico qui sotto il programma di oggi, nella pratica versione "ragionata" che mi invia il sempre solerte ufficio stampa di Torino Spiritualità.

Il programma di giornata

Oggi, sabato 26, la giornata si apre al Circolo dei lettori con il free-climber Manolo che alle 10.30 racconta L’orizzonte in verticale, insieme all’alpinista Enrico Camanni (in collaborazione con Le parole della montagna - Smerillo Spiritual Festival): un’aspirazione alle stelle realizzata con arrampicate, sfide a pareti verticali ed equilibri pericolosamente sublimi. Alla volta celeste guardano anche Fernando Savater e Michele Serra (ore 11, Teatro Carignano), che lanciano un invito: Osservate più spesso le stelle. In dialogo con Armando Buonaiuto (evento in collaborazione con Fondazione Paideia), il filosofo e lo scrittore partono dall’omonima citazione del teologo Pavel Florenskij per interrogarsi su cosa sia essenziale all’uomo per mantenersi saldo nelle difficoltà, e cosa sia possibile trasmettere per educare alla vita. Insegnamenti dei quali far tesoro per combattere I fantasmi dell’infelicità, che lo scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco cerca di smascherare (ore 11.30, Teatro Gobetti) nel ciclo di incontri Eppure l’hai fatto poco meno di un dio: quel “poco meno” potrebbe davvero celarsi nell’incapacità di condividere i sentimenti e di aprirsi al contatto umano con gli altri. Nell’ambito della medesima serie di lezioni, alle 15 al Teatro Carignano il teologo Vito Mancuso approfondisce il significato dello Stupore, quel sentimento tipico dell’uomo, fonte di meraviglia e ispirazione al progresso, che sorge di fronte alle conquiste dell’intelletto come pure agli orrori dei crimini nella Storia.
Una testimonianza preziosa dei legami che ci uniscono gli uni agli altri arriva dalle storie narrate al Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre, dedicato alle donne straniere residenti in Italia: non a caso Condividere il mondo è il titolo dell’incontro (ore 15, Circolo dei lettori) con Giuseppina Corrias, Daniela Fargione, Paola Marchi, Betina Lilian Prenz, Aida Ribero e Luisa Ricaldone, coordinate da Daniela Finocchi, organizzato per festeggiare i dieci anni del concorso e riflettere sulle differenze che ci attraversano e, per questo, ci tengono uniti. Il bisogno di unità emerge anche dal dialogo fra il critico d’arte e scrittore John Berger e la giornalista Maria Nadotti (ore 15.30, Teatro Gobetti) Scrivere al buio, un attraversamento dell’oscurità artificiale prodotta da un mondo apparentemente sempre più connesso e che invece, frammentando la realtà, ci allontana dal mondo e fa smarrire il senso della nostra stessa identità. E a riprova di quanto sia complesso l’impasto umano che ci agita, Jonathan Gottschall indaga l’ambiguità dell’istinto sanguinario: Fighters, siete pronti? è il titolo dell’incontro con Luca Beatrice (ore 18, Teatro Gobetti), critico d’arte e Presidente del Circolo dei lettori, alla ricerca di ciò che ha attirato un professore di letteratura inglese fuori da un’aula del college fino alla gabbia ottagonale di rete metallica in una palestra di arti marziali. Altro esempio della radicale varietà di ciò che compone l’animo umano, la filosofa Michela Marzano e la compagnia Teatrodilina porta in scena Gli artisti della fame. Una lezione e un monologo su Un digiunatore di Kafka (Ore 17.30, Teatro Carignano), messa in scena di un racconto che unisce la rivendicazione della libertà d’espressione alla fermezza di un sacrificio in nome di un più nobile nutrimento: quello spirituale. Altro tipo di sacrificio, in nome di una precisa idea di giustizia, è quello portato in scena dallo spettacolo Il mare a cavallo (ore 21, Teatro Vittoria), con Antonella Delli Gatti e regia di Luca Bollero (testo originale Manlio Marinelli, disegno luci di Antonio Stallone, abiti di scena atelier Enrica Daidone, a cura di teatro Contesto). La pièce narra la testimonianza appassionata di Felicia, madre di Peppino Impastato, nella battaglia per la verità sulla morte del figlio, ucciso dalla mafia nel 1978.
La giornata si conclude con spettacoli e letture che esplorano gli ingredienti più leggeri e armoniosi dell’impasto umano. Alle 21 al Teatro Gobetti il reading di Francesco Piccolo Momenti di trascurabile (in)felicità, fusione dei titoli dei suoi libri Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità (spettacolo in collaborazione con Giulio Einaudi Editore) offre al pubblico un catalogo di leggerezza, comicità e arguzia, invitando a cogliere la gioia di vivere anche nei momenti meno luminosi. Alle 21 e 22.30 presso il Parco Astronomico Infinito, per il ciclo Fatti di terra guardiamo le stelle realizzato con il contributo di Giubileo per la Cultura, il reading con sonorizzazione e proiezioni Le stelle rispondono. Viaggio astrale per voce, musica e pianeti, con Orlando Manfredi & Gatto Ciliegia Vs Il Grande Freddo e lo staff del planetario digitale, invita a riscoprire il lato “celeste” della nostra natura attraverso un’esplorazione delle costellazioni e dei pianeti, seguita da una visita al Museo interattivo dello Spazio e alla cupola dell’Osservatorio Astrofisico. Si torna sulla Terra con lo spettacolo Deba. Canti e danze sufi dell’isola di Mayotte (ore 21.30, Teatro Carignano, in collaborazione con Associazione Culturale Musica 90) per lasciarsi rapire dal coro di tredici donne che dalle isole di Mayotte nell’Oceano Indiano portano a Torino la pratica spirituale del Deba: dalla tradizione mistica sufi, un rituale di danze aggraziate, canti e tamburi. Un incanto ipnotico che innalza la terra verso il cielo.

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