Dopo l'ingresso nel CdA di Massimo Lapucci (Fondazione Crt) e Piero Gastaldo (Compagnia di San Paolo) la tragicommedia del Salone del Libro ha virato bruscamente verso la pochade. Mentre i due castigamatti si preparano a spulciare i conti, i capitani perniciosi si sgolano a ripetere al colto e all'inclita due concetti talmente buffi da diventare irritanti, dato che Chiampa&Filura li spacciano per oro colato.
Ok. E io ho segnato tre reti al Brasile.
Con l'acqua alla gola e i creditori alle porte, Fassino e Chiampa non potevano scegliere neppure il programma da guardare in tivù. Certo: sulle prime hanno sperato di piazzare come al solito uomini loro sulle poltrone libere del CdA. Ma la situazione era talmente drammatica che alla fine hanno dovuto far di necessità virtù, accettando di vedere poltrone occupate da uomini liberi dalla loro influenza. D'accordo: non è detto che, al momento, le Fondazioni caccino i soldi di tasca propria. Ma di sicuro (anche Fassino ne è convinto, me l'ha detto lui) gli eventuali nuovi soci finanziatori adesso saranno più inclini a farsi avanti. E ci credo: ora sanno di poter trattare con persone serie che rappresentano istituzioni serie. Per l'appunto, Lapucci e Gastaldo: i quali, al netto di bizantinismi e distinzioni poetiche, incarnano la "tutela" delle Fondazioni bancarie. Una tutela ormai inevitabile, considerato lo stato delle cose in città. E non mi riferisco soltanto al Salone.
Da ciò deriva il secondo concetto buffo, affannosamente ripetuto da tutte le parti in commedia: Lapucci e Gastaldo entrano nel CdA "a titolo personale", non per conto delle rispettive Fondazioni. Infatti si afferma, senza ombra d'ironia, che "sono stati nominati in rappresentanza l'uno della Regione e l'altro del Comune".
Fantastico. Nella versione dei nostri fratelli Marx della mutua (vedi foto), Lapucci e Gastaldo, ovvero i segretari generali delle due più potenti Fondazioni bancarie italiane, sono due omarini talmente sfaccendati e annoiati che accorrono lesti al richiamo della pericolante patria sabauda, pur di trovarsi un hobby. Un passatempo "a titolo personale". Tipo andare a pesca o giocare a bocce. E si ficcano in un ginepraio maledetto qual è oggi il Salone, con l'unico obiettivo di farsi portatori del "pensiero" del Comune e della Regione.
Già me li vedo. Oh sì, me li vedo proprio, Lapucci e Gastaldo sull'attenti a prendere ordini da Filura e Chiampa. Vorrei una foto.
Il primo concetto buffo: Chiampa e Filura hanno "scelto"
Il primo concetto buffo è che Piero Fassino e Sergio Chiampa hanno "scelto" Lapucci e Gastaldo. Addirittura leggo un'intervista in cui la presidente Milella sostiene (senza scoppiare a ridere, impresa davvero notevole) che i due "hanno avuto un colpo di genio".Ok. E io ho segnato tre reti al Brasile.
Con l'acqua alla gola e i creditori alle porte, Fassino e Chiampa non potevano scegliere neppure il programma da guardare in tivù. Certo: sulle prime hanno sperato di piazzare come al solito uomini loro sulle poltrone libere del CdA. Ma la situazione era talmente drammatica che alla fine hanno dovuto far di necessità virtù, accettando di vedere poltrone occupate da uomini liberi dalla loro influenza. D'accordo: non è detto che, al momento, le Fondazioni caccino i soldi di tasca propria. Ma di sicuro (anche Fassino ne è convinto, me l'ha detto lui) gli eventuali nuovi soci finanziatori adesso saranno più inclini a farsi avanti. E ci credo: ora sanno di poter trattare con persone serie che rappresentano istituzioni serie. Per l'appunto, Lapucci e Gastaldo: i quali, al netto di bizantinismi e distinzioni poetiche, incarnano la "tutela" delle Fondazioni bancarie. Una tutela ormai inevitabile, considerato lo stato delle cose in città. E non mi riferisco soltanto al Salone.
Il secondo concetto buffo: Lapucci e Gastaldo rappresentano Regione e Comune
I fratelli Piero e Sergio Marx si accordano sui nomi da piazzare nel CdA del Salone |
Fantastico. Nella versione dei nostri fratelli Marx della mutua (vedi foto), Lapucci e Gastaldo, ovvero i segretari generali delle due più potenti Fondazioni bancarie italiane, sono due omarini talmente sfaccendati e annoiati che accorrono lesti al richiamo della pericolante patria sabauda, pur di trovarsi un hobby. Un passatempo "a titolo personale". Tipo andare a pesca o giocare a bocce. E si ficcano in un ginepraio maledetto qual è oggi il Salone, con l'unico obiettivo di farsi portatori del "pensiero" del Comune e della Regione.
Già me li vedo. Oh sì, me li vedo proprio, Lapucci e Gastaldo sull'attenti a prendere ordini da Filura e Chiampa. Vorrei una foto.
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