Oggi finisce il Prix Italia. Dall'efficiente ufficio stampa ricevo e volentieri pubblico:
PRIX ITALIA: I VINCITORI DELLA 67a EDIZIONE
Germania,
Gran Bretagna, Polonia, Russia, Svezia, Norvegia, Francia, Spagna:
molta Europa sul podio del 67° Prix Italia, sul quale si affacciano
anche l’Oriente,
con la Corea del Sud, e il Nord America, con il Canada. Su tutti –
nella categorie ufficiali Radio, Tv e Web - Germania e Gran Bretagna,
con tre premi. Due, invece, al Canada.
All’Europa
va anche il Premio Speciale del Presidente della Repubblica Italiana,
per l’Austria, e una menzione per produzioni di Belgio, Irlanda,
Germania e Olanda,
mentre il Giappone si aggiudica il premio speciale Signis. Una menzione
speciale anche all’Australia.
Si
conferma, dunque, la supremazia al Prix del vecchio continente e, in
particolare dei Paesi nordici, presenti ormai da molte edizioni tra i
vincitori. I temi
trattati vanno dall’amore, in tutte le sue declinazioni, alla morte,
dalle guerre di ieri e di oggi al razzismo, dal traffico di rifiuti alla
schiavitù. Inusuale, invece, che in due categorie del Prix per la Radio
non siano stati attribuiti premi: è accaduto
tra i Reportage, in cui la giuria ha ritenuto che le opere fossero da
collocare piuttosto nella sezione Documentario, e nella sezione
Adattamento radiofonico che presentava, secondo i giurati, opere
“interessanti” ma non adeguatamente “drammatizzate per la
radio”. “Ci vuole coraggio a non assegnare premi – dice il segretario
generale Paolo Morawski – ma è la dimostrazione che al Prix Italia
interessa mantenere alta l’asticella della qualità”.
LA CATEGORIA TV
Un
tema di grande attualità – il matrimonio tra due persone dello stesso
sesso – vince la sezione Rappresentazioni artistiche nelle Performing
Arts. Lo racconta
“Il nostro matrimonio gay: il musical” diretto da Ellen Hobson, Claire
Lewis, Tim Van Someren per l’inglese Channel 4. Per la giuria un
“programma attuale, appassionato e arguto che racchiude un messaggio
sociale e al tempo stesso romantico. Una televisione
coraggiosa, creativa e originale”.
Nella
sezione Documentario di musica e arte, sempre delle Performing Arts,
vince invece un tema opposto: quella della morte, che la Tvp polacca
racconta in “Il
cabaret della morte” diretto da Andrzej Celinski. “Una produzione
audace e ambiziosa – secondo i giurati – che si assume il rischio di
rimettere in scena il suono delle risate nei ghetti e nei campi di
concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale”.
Passando
alla Fiction, la Kbs coreana sale sul gradino più alto della categoria
Film Tv e Miniserie con una storia di sofferenza e schiavitù: “Sentiero
innevato”
di Lee Na-Jeong, che fa vivere il dramma di una bimba strappata alla
famiglia durante l’occupazione giapponese della Corea. Per la giuria, è
una storia “ben diretta e raccontata con sensibilità. Una storia che ha
grande significato per il suo legame con il
traffico di esseri umani e la schiavitù sessuale di cui ancora oggi
l’Europa è testimone”.
Ed
è ancora la guerra al centro del racconto che si aggiudica la categoria
Serie a episodi e Serial a puntate: “La Guerra dell’acqua pesante” di
Per Olav Sorensen,
che porta sullo schermo la corsa all’elemento fondamentale per la
costruzione della bomba atomica. “Un giallo in cui la recitazione degli
attori è superba, di grande qualità produttiva. Grande cinematografia,
ottima recitazione, regia eccellente” è la motivazione.
Da segnalare, in questa categoria, la menzione speciale per “Gli
Scooteristi”, fiction della Vrt belga.
Il
fil rouge della guerra (“fredda”, in questo caso) porta anche a “1989 –
L’ultima estate dietro la cortina di ferro” di Anders Ostergaard che si
aggiudica il
premio per Zdf tedesca nella categoria Documentario culturale e di
interesse generale della sezione Documentario Tv. E’ un viaggio alla
scoperta di uno dei momenti decisivi per l’Europa: “una narrazione non
convenzionale – scrivono i giurati – il film svela
i misteri della storia recente ed evidenzia l’importante ruolo
dell’Ungheria. Risultato di grande effetto, originale e senza
precedenti”.
Una
storia d’amore e di coraggio nei giorni, ancora attualissimi, della
guerra in Siria è quella di Channel 4 che si aggiudica il premio per i
Documentari d’attualità:
“Bambini in prima linea” di Marcel Mattelsiefen. Cinque bambini la cui
vita è stata sconvolta dalla guerra, ma capaci di opporre amore
all’odio. “Girato in circostanze difficili e molto pericolose per un
lungo periodo di tempo, è commovente e assolutamente
unico” è la motivazione.
Unanimità
per il vincitore del nuovo Prix Italia Golden Award per le coproduzioni
televisive internazionali: il documentario d’inchiesta sul traffico
illegale
di rifiuti elettronici pericolosi “La tragedia elettronica” di Cosima
Dannoritzer che la Tve spagnola ha prodotto con Arte France, Al Jazeera
English e Televisiò de Catalunya. “Un esempio – scrivono i giurati – di
come il servizio pubblico possa svolgere al
meglio il proprio ruolo e incoraggiamo i membri del Prix Italia a unire
le proprie forze per realizzare altre coproduzioni di questo tipo”.
Menzione speciale, infine, per la Ard tedesca con “14, diari della Grande Guerra”.
Commenti
Posta un commento