Passa ai contenuti principali

JAKE BLUES, RONALDO E LE BRAVE MASSAIE: COSI' TORINO AFFRONTA LE SUE SFIDE

"It wasn't my fault!"
Non è stata colpa mia! Davvero, sono sincero... Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight! C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto!
Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!
(Jake Blues)


Dai, onestamente: usiamo pure il termine "calo", per carità di patria, però perdere il 7,8 per cento delle presenze nei musei nei primi quattro mesi del 2018, rispetto agli stessi mesi del 2017, potremmo anche definirlo "crollo". Ma non ne faccio una questione lessicale: ciò che davvero mi manda ai matti, nel calo (o crollo) delle presenze nei musei nei primi quattro mesi del 2018 è l'atteggiamento da John Belushi dei nostri zuavi: sì, però pioveva... sì, però i ponti cadevano male... Raga, e le cavallette? Avete dimenticato le cavallette?
Così si comportano i bambini quando l'hanno combinata grossa. Gli adulti, di fronte a una crisi, pensano (conoscete il significato di "pensano"?) come risolverla. E soprattutto guardano in faccia la realtà.

Quattro mesi di alti e bassi: i dati dell'Osservatorio


La realtà è che nei primi quattro mesi del 2018 anche gli "anelli forti" della nostra catena dei musei hanno dato segni di cedimento: secondo i dati diffusi ieri dall'Osservatorio Culturale del Piemonte, l'Egizio perde il 5,5%, il Museo del Cinema il 6,2%, la Venaria il 7%. C'è chi fa molto peggio: Museo dell'Auto -9,3%, Museo della Juventus -12,8% (ah, ma adesso arriva CR7 e mette lui le cose a posto...). Però c'è chi va meglio: tra i pochi musei in controtendenza ci sono, annunciano trillanti i coriferi di lorsignori, nientepopodimeno che i Musei civici, reduci da un 2017 disastroso ma adesso - ritrillano i coriferi - in netta ripresa.

La doccia fredda: i dati fino a giugno


Sul Corriere di stamattina analizzo la notizia sulla scorta di un ulteriore elemento di cui sono casualmente informato: ovvero i risultati di Gam, Mao e Palazzo Madama nei primi sei mesi dell'anno. E sapete che c'è? A maggio e giugno solo Palazzo Madama ha confermato il buon andamento, mentre la Gam è di nuovo sprofondata. Il risultato complessivo della Fondazione Musei nei primi sei mesi è positivo (+2%) rispetto allo stesso periodo dell'annus horribilis 2017, ma soltanto in virtù della performance di Palazzo Madama (+10%) mentre il Mao naviga mestamente attorno al -1% e la Gam s'immerge a -5%. 
Nell'articolo sul Corriere tento di interpretare (ricordate la vignetta di Altan "E' una situazione da interpretare"?) il curioso fenomeno, che attribuisco a un concomitante calo dei flussi turistici. Se vi interessa leggetevi l'articolo, lo trovate a questo link.

Tutto va ben signora la marchesa? Va ben stocazzo


Qui vorrei invece aggiungere qualche osservazione sparsa.
Dunque: a gennaio di quest'anno scrivevo che la Fondazione Musei sta affondando, e voi facevate spallucce e dicevate sì, però l'Egizio, sì però la Venaria, sì però il Cinema.
A febbraio scrivevo che il turismo è in calo, e voi facevate spallucce e dicevate che tutto va bene signora la marchesa e che i dati erano alterati da una maliziosa interpretazione. Figurati un po'.
Ancora ieri, alla presentazione del rapporto annuale dell'Osservatorio Culturale del Piemonte, ho assistito a una pantomima deliziosa. Cioè, insomma: i dati (che trovate on line) si riferiscono ovviamente al 2017. Molto bene, molto interessanti: peccato però che in gran parte siano già noti, i giornali ne hanno scritto e riscritto. Il vero spunto di novità nel rapporto è un lesto accenno all'andamento dei primi quattro mesi del 2018. I giornalisti chiedono di saperne di più, e dopo qualche esitazione ricevono i dati completi. Conditi, giustappunto, dalle straordinarie valutazioni sulla pioggia e i ponti poco ponteggianti che sarebbero le cause uniche del calo (o crollo) di Venaria, Egizio e Cinema  e musei assortiti, tranne la Gam e affini. Cioé, i turisti non sono andati a Venaria perché pioveva, però sono andati alla Gam? Piove sul giusto e sull'ingiusto ma non piove sulla Gam?

Vogliamo stare ai dati certi? Ve li riassumo


Non mi inerpico a discettare dei presunti ponti malpontati e delle calamità atmosferiche selettive: vorrei andare un po' oltre.
I dati certi, testimoniati dai numeri noti, sono quattro:
1) Nei primi mesi del 2018, almeno fino ad aprile (come da dichiarazione dell'assessore Sacco e come avevo anticipato sul Corriere suscitando strilli e scene madri) è continuato il costante calo delle presenze negli alberghi torinesi, iniziato l'autunno scorso.
2) Nel 2017 i musei torinesi hanno ancora registrato tutti un aumento, seppur moderato, di visitatori: tutti, tranne quelli della FondazioneMusei.
3) Nei primi quattro mesi del 2018 tutti (o quasi) i principali musei torinesi hanno perso visitatori rispetto allo stesso periodo del 2017, tranne quelli della FondazioneMusei. Occorre però precisare che la Gam continua comunque a perdere a gennaio e aprile, Palazzo Madama perde in marzo e aprile, e il Mao solo in aprile. Nel dettaglio, ecco i dati della Gam: gennaio 7908 presenze (erano 9227 nel 2017), febbraio 13.915 (7884 nel 2017), marzo 28.873 grazie a un iniziale effetto-Guttuso (19.246 nel 2017), aprile 23.381 (32.122 nel 2017). Palazzo Madama: gennaio 24.196 (16.466), febbraio 21.015 (17.392), marzo 15.185 (21.101), aprile 27.995 (29.829). Mao: gennaio 11.728 (10.107), febbraio 12.656 (8674), marzo 14.038 (6112), aprile 6745 (12.628). 
4) Nei primi sei mesi del 2018 il risultato complessivo dei tre musei della Fondazione è positivo (+2%) ma complessivamente la Gam perde, da gennaio a giugno, il 5 per cento dei visitatori rispetto ai primi sei mesi del già disastroso 2017 (quando si eclissò la bellezza di centomila visitatori anno su anno e non dimenticate che pure il 2016 andò male, e la storia di "ma prima c'era Monet" è dimostrato che non regge), mentre Palazzo Madama cresce del 10 per cento. Nel dettaglio, la Gam a maggio ha 18.340 visitatori contro i 27.144 dell'anno scorso, e a giugno arriva a 11.649 presenze contro le 14.254 del giugno 2017.
In totale, nei sei mesi i visitatori sono stati 287 mila. Per completezza, vi informo che da gennaio a giugno 2016 i visitatori dei musei civici della FTM (Gam, Palazzo Madama, Mao e Borgo Medievale) furono - dichiarazione dell'allora presidente Asproni - 521.470. Ma attenzione: basandomi su fonte ufficiale, l'11 luglio del 2017 scrivevo che i visitatori degli allora quattro musei della Fondazione erano stati, da gennaio a giugno 2017, 359.771 (con una perdita di 161.699 presenze rispetto al 2016). Adesso sempre la stessa fonte certifica che Gam, Palazzo Madama e Mao nei primi sei mesi del 2017 avevano avuto 280.861 visitatori, contro i 287.173 del 2018, che fa quindi registrare un incremento di 6312 presenze totali nei tre musei. Se sottraggo da 359.771 presenze del primo semestre 2017 nei quattro musei le 280.861 presenze nei tre musei sempre del primo semestre 2017, ne deduco che nel primo semestre del 2017 i visitatori del Borgo Medievale furono 78.910. Di sicuro risulta dai dati dell'Osservatorio che nei primi quattro mesi del 2017 il Borgo Medievale ebbe 48.510 visitatori, contro i 9082 del 2018: exploit ammirevole, un capolavoro di autolesionimo che merita il Tafazzi d'Oro alla carriera.

Ad ogni modo: per capire la situazione andate a rivedervi i dati complessivi del 2016, per non dire quelli del 2015. Nel 2015 i visitatori di Gam, Palazzo Madama, Mao e Borgo Medievale furono 790 mila con un aumento del 34% rispetto al 2014. Nel 2017 sono stati 619 mila, compresi i 150 mila del Borgo Medievale che adesso non c'è più. La Gam è passata dalle 372.469 presenze del 2015 alle 145.645 del 2017. Che dire? Complimentoni.

Onore all'impegno. E alle mostre fai-da-te

Nino Migliori, "Parrucchiere per signora" (1957). La foto è esposta
alla Gam per la mostra "Suggestioni d'Italia" fino al 23 settembre
Ora, non voglio metterla solo sul negativo. Vedo gli sforzi di chi si sbatte per tenere a galla una barca ammalorata da difficoltà economiche, tagli di contributi, incursioni della politica, errori gestionali. 
E apprezzo quegli sforzi. Alla Gam ci provano: si sono giocati la carta Guttuso e gli è andata male (appena 55 mila visitatori) e adesso il nuovo direttore Passoni cerca di ritrovare il pubblico con una bella - ma bella davvero - mostra di fotografia che racconta l'Italia attraverso le immagini storiche di quattordici Maestri provenienti dalle collezioni della Gam stessa e della Fondazione Crt per l'Arte Contemporanea. Gli auguro ogni fortuna, a Passoni e alla sua mostra. Anche la Gam, direi, ora segue il modello di Palazzo Madama, dove il direttore Curto ha scelto la via di piccoli "eventi" espositivi che - come raccomandano lorsignori - "valorizzano le nostre collezioni": in pratica, si costruiscono dei "racconti" esponendo opere che stanno nei depositi, o prestate da altri musei torinesi, al limite con pochi ma significativi pezzi provenienti da istituzioni "amiche" in Italia e all'estero. Così i costi si abbassano, e un po' di pubblico arriva. Mi vien da pensare alle buone massaie di una volta, che inventavano manicaretti usando gli ingredienti poveri che la famiglia si poteva permettere. A Palazzo Madama funziona. Ma onestamente sono pannicelli caldi, se come temo ci troviamo di fronte a una crisi profonda e complessa del sistema museale e turistico di Torino.

E darsi una regolata? Smetterla di sparare minchiate, e cominciare a pensare?

Adesso, seriamente: vi paiono situazioni da prendere sotto gamba? Vi pare logico, serio, maturo, cercare giustificazioni ad ogni costo, e prendersela con la pioggia, i ponti malignazzi, le cavallette e i marziani? Ma è comportarsi da adulti attaccarsi a Ronaldo per sperare di uscire dalla merda nella quale stiamo annaspando?
Sentite, ragazzi: qui non si fa politica. Qui si guardano i numeri. I numeri mi dicono delle cose, e non sono cose belle. Se vi è rimasto, tra tutti, un briciolo di sensatezza, smettetela di nascondere la testa sotto la sabbia, di negare l'innegabile e di ripetere che tutto va bene anzi benissimo.
Non va benissimo. Nemmeno per sogno. Ci sono dei problemi, e gli adulti i problemi li affrontano, non li negano.
Non penso che sia tutta colpa dei pubblici amministratori. Non penso che sia tutta colpa degli operatori turistici. Non penso che sia tutta colpa dei direttori dei musei. Ma sta di fatto che da turismo e musei arrivano sinistri segnali d'allarme. Se un museo perde visitatori, una ragione ci sarà. Se una città perde appeal, una ragione ci sarà. Anzi, le ragioni in genere sono tante. E insieme creano il disastro.
Io non voglio più occuparmi del perché e del percome ci siamo arrivati. Io vorrei che qualcuno, o meglio ancora tutti, fra gli innumeri sindaci, presidenti, assessori, consiglieri, direttori, addetti, strateghi, marketingari, fancazzisti, socialsalcazzo, consulenti, coboldi, portaborse, reggicoda e tirapiedi che mantengo, qualcuno o tutti cominciassero con estrema umiltà e ancor più estrema serietà a prendere atto della situazione, trarre le debite conclusioni e organizzare concrete, credibili ed efficaci contromosse.

E non attaccatevi a Ronaldo. Non ci provate nemmeno. Il signor Ronaldo è pagato per tirare calci al pallone, non per tirare noi fuori dalla merda. Per quello siete pagati voi. E considerati i risultati, al momento quello che ruba lo stipendio non mi pare che sia Ronaldo.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la