Quaglia e Lapucci, i vertici di Fondazione Crt |
Più concretamente, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo non si sono limitate al bravi-bene-armiamoci-e-partite. Hanno rinunciato all'idea di partecipare direttamente all'asta tramite la società Equiter: mica sono scemi a buttatarsi a capofitto nel Vietnam permanente del Salone. Però hanno deciso che aiuteranno i creditori sostenendo finanziariamente "Torino città del libro": Fondazione Crt darà 200 mila euro, Compagnia di San Paolo 400 mila. Totale 600 mila euro. Un buon inizio.
Se i creditori - tutti ex fornitori non pagati dalla defunta Fondazione per il Libro - risciranno ad aggiudicarsi il marchio con annessi e connessi, gestiranno direttamente e autonomamente gli aspetti organizzativi, logistici e commerciali del Salone: compresa la buiglietteria e la vendita degli stand. Trattandosi per l'appunto di gente che ha sempre lavorato con e per il Salone, è evidente che sanno come si fa. E operando da liberi imprenditori - si spera fuori dalle grinfie della politica - sperano di guadagnarci finalmente qualcosa. Vi ricordo che 'sti poveretti a botte di servizi e forniture non pagati sono fuori di almeno 7 milioni sul totale di 10 a cui assommano i puffi dell'ex Fondazione; e non possono sperare che dalla liquidazione saltino fuori abbastanza soldi per risarcirli. Per dire, marchio e annessi saranno venduti con una base d'asta di 500 mila euro. Noccioline. Quanto alla parte "culturale" - la programmazione, i convegni, gli spettacoli - del Salone, la affideranno con una convenzione al Circolo dei Lettori. Lo avevano detto fin dall'inizio, quando lo scorso giugno presentarono il loro primo business plan, che non sono interessati a mettere il becco in quelle faccende: nessun imprenditore lo è, finché il prodotto si vende.
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