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SALONE: LE FONDAZIONI BANCARIE SOSTENGONO LA SCALATA DEI CREDITORI

Quaglia e Lapucci, i vertici di Fondazione Crt
Regione e Comune hanno concesso la loro augusta benedizione ("hanno auspicato e accolto favorevolmente", ha detto ieri durante il question time l'assessore Parigi) il progetto dei creditori dell'ex Fondazione per il Libro di dar vita all'associazione non profit "Torino città del libro" che parteciperà all'asta del 24 dicembre per aggiudicarsi il marchio e gli asset del Salone. 
Più concretamente, Fondazione Crt e Compagnia di San Paolo non si sono limitate al bravi-bene-armiamoci-e-partite. Hanno rinunciato all'idea di partecipare direttamente all'asta tramite la società Equiter: mica sono scemi a buttatarsi a capofitto nel Vietnam permanente del Salone. Però hanno deciso che aiuteranno i creditori sostenendo finanziariamente "Torino città del libro": Fondazione Crt darà 200 mila euro, Compagnia di San Paolo 400 mila. Totale 600 mila euro. Un buon inizio.
Se i creditori - tutti ex fornitori non pagati dalla defunta Fondazione per il Libro - risciranno ad aggiudicarsi il marchio con annessi e connessi, gestiranno direttamente e autonomamente gli aspetti organizzativi, logistici e commerciali del Salone: compresa la buiglietteria e la vendita degli stand. Trattandosi per l'appunto di gente che ha sempre lavorato con e per il Salone, è evidente che sanno come si fa. E operando da liberi imprenditori - si spera fuori dalle grinfie della politica - sperano di guadagnarci finalmente qualcosa. Vi ricordo che 'sti poveretti a botte di servizi e forniture non pagati sono fuori di almeno 7 milioni sul totale di 10 a cui assommano i puffi dell'ex Fondazione; e non possono sperare che dalla liquidazione saltino fuori abbastanza soldi per risarcirli. Per dire, marchio e annessi saranno venduti con una base d'asta di 500 mila euro. NocciolineQuanto alla parte "culturale" - la programmazione, i convegni, gli spettacoli - del Salone, la affideranno con una convenzione al Circolo dei Lettori. Lo avevano detto fin dall'inizio, quando lo scorso giugno presentarono il loro primo business plan, che non sono interessati a mettere il becco in quelle faccende: nessun imprenditore lo è, finché il prodotto si vende.

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