Passa ai contenuti principali

MA DOVE VAI SE LA FONDAZIONE NON CE L'HAI?

Sempre difficili i rapporti fra  gli assessori di Regione e Comune. Quella della Regione
è cambiata, ma la musica è la solita: una taglia e l'altra s'incazza. Però a ruoli invertiti
'Sta storia della cancellazione di una parte del contributo regionale alla Fondazione Torino Musei (per gli amici Ftm) si sta trasformando in una ridicola commedia degli equivoci. Ieri in Consiglio comunale la puntata più recente. 
Ci sono le comunicazioni chieste al sindaco dalla coriacea Foglietta"sull'indicazione della Giunta regionale di eliminare il contributo alla Fondazione Torino Musei": e messa così pare che tolgano il contributo tutt'intero. Il che è quantomeno esagerato, come già sapete o constaterete continuando a leggere. O magari dando un'occhiata a questo aggiornamento.
Comunque Chiarabella manda avanti la fida Maiunagioia a riferire, per "fare ciarezza" come si dice in simili occasioni. Purtroppo la povera Leon dice poco, e quel poco scontato o impreciso.

Sostiene Leon

In sintesi, ecco come la racconta Leon: 
"La Regione qualche mese fa manifestò l'intenzione di ridurre il finanziamento alle attività della Ftm realizzate per conto della Regione senza indicare che la cifra da decurtare era una di quelle inserite all'interno dell'accordo sindacale verbalizzato il 27 maggio 2018 che impegnava entrambi gli enti in una serie di azioni per ricollocare gli esuberi. Ciò rende la Regione inadepiente a un accordo sindacale".
Leon poi snocciola un lungo elenco delle collaborazioni che in questi due anni la Fondazione Torino Musei ha intessuto con altre realtà piemontesi, e che s'interromperebbero se venisse a mancare con il contributo. Precisa che "il lavoro è stato fatto in un'ottica triennale". A me non risulta - né risulta all'allora assessore Parigi - che tra Comune e Regione sia mai stata materialmente firmata una "convenzione" in tal senso, men che meno triennale. E non ne trovo traccia fra i documenti. Però lo dice Leon, e io riferisco.
Infine la Nostra ha rivela, con tono cimiteriale, che "la Ftm, nel settembre 2019, a seguito delle rassicurazioni ricevute sulla stabilizzazione dei contributi degli enti pubblici, ha siglato un accordo sindacale per aumentare gli stipendi a 75 dipendenti di fascia più bassa, con un impatto economico destinato a crescere nel corso degli anni e che, a regime, comperterà un costo di 128 mila euro annui. La Regione riducendo il contributo di 150 mila euro, e riducendolo così da 500 a 350 mila, impedisce alla Ftm di mantenere l'impegno preso con i sindacati". 

Così cominciò la Grande Crisi

Sarà necessario fare un po' di chiarezza. Prima di proseguire, però, mi tocca di imporre al paziente lettore un ennesimo riassunto delle puntate precedenti. Nel 2017 il Comune tagliò di 1.350.000 euro il suo contributo alla Fondazione Torino Musei (salvo poi reintegrarne circa 500 mila). La Fondazione a quel punto si ritrovò sull'orlo della bancarotta e annunciò che, per restare in piedi, avrebbe licenziato 28 dipendenti
Per scongiurare la macelleria sociale, intervenne l'assessore regionale Antonella Parigi con uno stanziamento straordinario di 500 mila euro (che si aggiungevano a quello ordinario, all'epoca di circa 700 mila) così strutturato: 350 mila per pagare gli stipendi ai lavoratori della Biblioteca e della Fototeca della Gam (che altrimenti sarebbero state chiuse) mentre i restanti 150 mila erano destinati a un nuovo "dipartimento dei servizi" che "allargasse il raggio d'azione" della Fondazione a tutto il Piemonte, collaborando con i Comuni e i musei locali.

Fondazione Piemonte, il cammino della speranza 


Quest'ultimo punto è cruciale. Alla base dell'operazione c'era un accordo politico preciso, basato sul presupposto della trasformazione (già da tempo in fase di progetto condiviso) della Fondazione Torino Musei in una Fondazione Torino Piemonte Musei che includesse anche il Museo Regionale di Scienze Naturali, chiuso da anni.
Sulle prime tutto filò liscio: la Fondazione modificò in tal senso il proprio Statuto con gran soddisfazione di Parigi e Leon, che nel dicembre del 2018 annunciarono trionfalmente la nascita della nuova creatura.
E nella dichiarazione congiunta (che Maiunagioia dovrebbe perlomeno aver letto, se non scritto) dicevano testualmente che allargare il ruolo della Fondazione Torino Musei "è l’obiettivo che il consiglio direttivo della Fondazione ha assunto il 17 dicembre, modificando alcuni articoli del proprio statuto.Tra le principali novità introdotte vi è quella relativa alla denominazione dell'ente, ora Fondazione Torino Piemonte Musei".
Quindi, il passaggio alla Fondazione Torino Piemonte Musei era un elemento fondante dell'accordo, e Leon non poteva non saperlo.

Sfumature di potere: un brusco stop


Le due sventurate facevano però i conti senza l'oste.
In Regione il nuovo Statuto viene approvato senza particolari affanni. Ma in Comune le cose vanno diversamente. La stessa maggioranza cinquestelle che in teoria appoggia la Leon blocca il nuovo Statuto in Commissione cultura. E' il marzo del 2019.
La motivazione allo stop formalmente è di natura legale, facendo appello alla norma che attribuisce ai consigli comunali la competenza esclusiva in alcune materia, fra cui la stesura e la modifica degli statuti di fondazioni partecipate. Ma la faccenda suona come l'ennesimo ceffone rifilato alla Leon, e un avvertimento della maggioranza a Chiarabella medesima, che quelle modifiche dello Statuto aveva sottoscritto.
Fonti interne mi assicurano invece che si tratta di pura logica di potere: secondo il vecchio Statuto il presidente della Ftm viene nominato dal Sindaco, mentre con quello nuovo sarebbe nominato "d'intesa fra Comune e Regione", seppur "su indicazione del Comune". Una sfumatura, insomma, che rende la poltrona contendibile. E vuoi mettere, con questi cavalieri dell'ideale che ci ritroviamo per casa?

Vedere Fondazione, dare moneta

Dopo quello stop nel marzo scorso non si è più parlato della Fondazione Torino Piemonte Musei; intanto la mammina Parigi è uscita di scena, rimpiazzata all'assessorato regionale alla Cultura dalla pragmatica Vittoria Poggio. Che, in quanto commerciante, sa far bene i conti, e se non vede cammello non sgancia moneta. Niente Fondazione Piemonte Torino Musei? Niente contributo.
Certo, ciò causerà un danno alla Ftm. Minore di quello inferto nel 2017 dal Comune con la decisione di tagliare un milione e 350 mila euro; ma sarà pur sempre un danno grave perdere 150 mila euro del contributo regionale straordinario. Sottolineo però "straordinario", e non dovuto, come chiarì fin da subito, nel dicembre 2017, la stessa Parigi: "Essere aiutati non è un diritto. Il Comune di Torino ha tolto 1 milione e 300 mila euro di contributi alla Fondazione Torino Musei: da questo nascono gli esuberi e la situazione attuale. Come Regione Piemonte abbiamo dato la nostra disponibilità ad aiutare la Città, ma questo non deve essere confuso con un diritto incondizionato. E con la demagogia si fa poca strada".

Contributi e aumenti di stipendio

Poca strada. Già si sa. Eppure la Leon in Consiglio comunale afferma che perdendo quei 150 mila euro di contributo straordinario la Ftm non potrà tenere fede all'impegno preso in settembre con i sindacati di aumentare gli stipendi dei dipendenti per complessivi 128 mila euro annui.
Ciò sarebbe molto triste per i dipendenti, che prendono paghe infime e che meriterebbero senz'altro di guadagnare di più: ma, spiace dirlo, non è mai saggio fare gli splendidi con i soldi altrui. Lo scorso settembre era già intuibile lo scontento della Regione per come andavano le cose, e in ogni caso i 150 mila euro erano stati concessi con uno scopo diverso da quello, pur condivisibile, di adeguare i compensi ai lavoratori.

Un accordo è un accordo

I 150 mila dovevano portare alla nascita della nuova Fondazione, con il nuovo Statuto. E  già la "buona" Parigi, in tempi non sospetti, aveva messo in guardia gli eventuali furbetti. Leggete che cosa diceva il 7 febbraio 2019, davanti a una Commissione congiunta: "Da persone leali - perché io sono stata leale e la mia Giunta è stata leale, dicendo “benissimo, avete bisogno? Qui ci sono i soldi” - abbiamo stanziato i soldi e non abbiamo neanche detto: “Prima che cambiate lo Statuto”. No: abbiamo dato i soldi subito, per non licenziare le persone. Ma quando uno fa un accordo, fa un accordo, per cui se non viene votato lo Statuto prenderemo atto che questo accordo non è valido, torneremo alla contribuzione di prima e rimetteremo in piedi un nostro settore relativamente al Piemonte. Onestamente, non credo che sarebbe una bella figura per tutti".

Chi fa la figura peggiore? Una nobile gara

Perfettamente d'accordo, in questa faccenda è difficile capire chi fa la figura peggiore. Cito fra i candidati, in ordine sparso:
1) Il doppio consigliere della Lega Fabrizio Ricca, che in Consiglio comunale faceva il Crociato della Cultura e il Difensore dei Musei: adesso è pure consigliere regionale, ma talmente interessato alle vicende della Fondazione Musei da uscirsene bello e pacifico a farsi i cazzi sua mentre in aula si discutono le sorti della Fondazione medesima;
2) Quelli del pd che approfittano della situazione per stigmatizzare l'operato dell'assessore regionale leghista Poggio, tanto insensibile ai bisogni della cultura; nel preciso momento in cui Vittoriona non fa che mettere in atto quanto minacciato preventivamente e a mio parere correttamente ("niente Fondazione, niente soldi") dall'allora assessore della giunta di centrosinistra Antonella Parigi;
3) Chiarabella che, se non altro in quanto presidente della Fondazione Torino Musei, potrebbe degnarsi non dico di intervenire, ma almeno di ascoltare la relazione del suo assessore e il conseguente dibattito;
4) Maiunagioia, per via di quella vecchia storia della pagliuzza e della trave nell'occhio (criptica? Qui c'è la spiegazione);
5) Vittoriona Poggio, talmente abile nella comunicazione da far apparire la propria decisione - dannosa e criticabile, ma suffragata da concrete inadempienze degli interessati - come una bieca e insensata devastazione inflitta per pura grettezza e cieco malanimo. E il bello della barzelletta è che quest'anno il contributo (quello ordinario) della Regione alla Ftm alla fine della fiera potrebbe persino crescere, fino a superare il milione. O magari no. Magari in Regione preferiranno aumentarsi lo stipendio loro, piuttosto che quelli dei dipendenti della Ftm.

Uno non vale uno. Manco fra gli elefanti

Un premio speciale per il miglior colpo di scena lo merita invece l'assessore supplente Massimo Giovara, che nel suo nobile intervento si porta avanti con il lavoro, auspicando un ripensamento della Poggio indotto tramite "una road map virtuosa" da "portare a termine in armonia d'intenti con i rappresentanti del partito democratico". E al ramoscello d'ulivo offerto ai malvagi d'un tempo, aggiunge una franca abiura del principio fondativo dell'uno vale uno.  Scandisce, con voce profonda: "Quando ci si muove in ambito culturale senza conoscerlo sufficientemente come stanno facendo in Regione, si rischia di essere degli elefanti in una cristalleria". 
E su questo punto mi dichiaro perfettamente d'accordo. Magari io ho anche in mente altri elefanti, non soltanto quelli della Regione. Però sul principio che gli incompetenti fanno solo danni direi che, finalmente, abbiamo raggiunto l'unanimità. Adesso non ci resta che trovare qualche competente. Vasto e ambizioso programma.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la