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TITOLI DI CODA PER STRANE VISIONI


Sempre meno pubblico, Strane Visioni getta la spugna

Ricevo una mail del regista torinese Claudio Paletto e degli altri che con lui hanno fatto vivere, dal 2001, la rassegna di cinema Strane Visioni http://www.arteca.org/strane_visioni/home.htm . Una rassegna diversa: incontri informali fra autori, critici e pubblico; visioni d'immagini non convenzionali; uno spazio per parlare e vedere il cinema, al circolo Amantes di via Principe Tommaso 38/a, il lunedì all'ora dell'aperitivo. Paletto e compagni danno con grande dignità e lucidità la triste notizia che Strane Visioni getta la spugna. Di questi tempi accade spesso, che un'iniziativa culturale muoia. E quasi sempre gli organizzatori motivano il decesso con la mancanza di finanziamenti e di attenzione da parte della politica. Sono sfoghi talora non acrimoniosi, e spesso fondati. Colpisce comunque l'onestà intellettuale con cui lo staff di Strane Visioni ammette che la rassegna chiude semplicemente per mancanza di pubblico. Un segnale, peraltro, forse ancor più preoccupante dei tanti decessi per chiusura dei rubinetti comunali - o regionali: perché le difficoltà fortificano, l'indifferenza uccide. E forse sta davvero cambiando il vento, in città. Forse l'inverno duro della crisi, dopo aver gelato l'economia, sta gelando anche le intelligenze e le curiosità. Non so. Magari è una sensazione. Ma anche a me pare che in giro si vedano sempre più facce che non hanno un bel colore.
Un incontro di Strane Visioni
Ad ogni modo. Ecco la lettera-testamento di Strane Visioni:
"Ok, ve lo diciamo così, senza tanti giri di parole: dopo tredici anni, più di centoventi serate e un numero ancor più alto di autori e registi ospitati, Strane Visioni chiude baracca e burattini; e non per scarsità di budget, visto che il nostro è da sempre xx low, né di passione per ciò che facciamo perchè quella ci sarà sempre, ma, molto più semplicemente, per mancanza di pubblico.Quando abbiamo iniziato nell'autunno del 2001, con ancora negli occhi le immagini dei blindati al G8 di Genova e degli aerei sulle Torri di NYC, la scena video-cinematografica indipendente torinese era in fermento. Vecchi e nuovi autori inseguivano il loro modo di raccontare la realtà, la neonata Film Commission autorizzava a pensare alla possibilità di spazi produttivi altri; ma soprattutto, di lunedì, c'era ancora tanta gente che, prima del rito dello spettacolo cinematografico a prezzo scontato, era disposta, con un bicchiere in mano, a vedere e discutere lavori inconsueti e tematiche scomode. Ora, un'olimpiade, un centocinquantenario, una crisi economica, un pugno di assessori e una vagonata di scandali politici e culturali dopo, nella nostra città, per dirla con De Andrè - con quel che segue - in giro tante facce non hanno un bel colore. Sale cinematografiche sempre più deserte e, ad onta del moltiplicarsi dell'offerta di rassegne video-cinematografiche di ogni tipo, giovani autori che frequentano, a malapena, le serate in
cui sono protagonisti. Questo è il paradossale stato delle cose, sui cui perchè, a mente fredda, ci piacerebbe discutere con chi ne avrà voglia. Per il momento, visto che la verità, come si diceva un tempo, è sempre rivoluzionaria, non ci resta che rialzarci il colletto, come orgogliosamente farebbe Erik Cantona, e andare sotto la curva per il saluto finale.
Maurizio Lorenzati, Maddalena Merlino, Claudio Paletto, Marco Scioscia, Roberto Tos"

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