Si delinea meglio la nuova geografia
del potere (sulla cultura e non solo) a Torino. In base a una logica evidente fin dalla nomina dell'assessore alle Fontane Leon, come peraltro avevo previsto fin da luglio, e con le modalità che vi ho raccontato sabato scorso, nei giorni scorsi è nato alla chetichella un ufficio, denominato Servizio di Gabinetto della Sindaca, diretto da Paolo Lubbia (ex catasto e suolo
pubblico) e formalmente alle dirette dipendenze dell'Appendino. Ma in
realtà l'ufficio è saldamente nelle mani del capo gabinetto (e
sindaco effettivo) Paolo Giordana, che d'ora in poi indicherò come Superassessore-ombra, o per brevità SuperAs. Sempre per brevità, definirò l'ufficio AsCulProp (Assessorato Cultura e Propaganda); e mi perdonerete l'imprecisione, non trattandosi dal punto di vista giuridico di un vero assessorato. Ma ne fa ampiamente le funzioni. Eccome.
L'AsCulProp riunisce in sé le
competenze sugli eventi e le manifestazioni culturali (e sportive, e turistiche, ecc. ecc.) e sulle Fondazioni culturali partecipate dal Comune (in
pratica controlla lo Stabile, il Regio, il Museo del Cinema, quel che
resta del Salone del Libro e via dicendo), e controlla anche
l'informazione del Comune e le attività di promozione e immagine
della Città.
Sembra un sistema pratico per gestire l'intero carrozzone; e ho già detto che a regime l'AsCulProp potrà portare una semplificazione burocratica a vantaggio degli operatori del settore.
E' però evidente che il SuperAs concentrerà in sé poteri senza precedenti, ben oltre i soli campi d'intervento dell'assessore alla
Cultura: fanno capo alla tentacolare struttura persino le concessioni
del suolo pubblico, ma soprattutto la formazione e l'indirizzo
dell'opinione pubblicata tramite le attività dell'ufficio stampa,
del web e della comunicazione istituzionale.
E l'assessorato alla Cultura? In pratica
non esiste più. La sventurata Francesca Leon, nota come "assessore alle Fontane", mantiene le competenze
sul sistema museale (Fondazione Musei e Museo del Risorgimento, più
minori e eventuali), nonché sugli archivi, sulle biblioteche e, va da sé, sulle fontane.
A questo punto sarei curioso di conoscere le decisioni di
Francesca Leon. Suggerirei immediate e irrevocabili dimissioni, perché non si mortifica così una signora.
Degli aspetti politici della faccenda
me ne sbatto. Facciano lorsignori. Ammetto che, se per mia vergogna sedessi in Consiglio comunale, magari un paio di domande io le farei. Come cittadino, indipendentemente dallo schieramento. Ma non mi aspetto
tanta solerzia dai neghittosi signorini che scandano i banchi in Sala
Rossa.
Ineccepibile...
RispondiElimina