Era Bohème, ma sembrava Butterfly. Nel senso che al Regio oggi hanno presentato la stagione d'opera che s'inaugura il 12 con le sventure di Mimì. Mentre presentavano, i vari Vergnano, Noseda, Fournier Facio, il regista Alex Ollé, e persino l'assessore alle Fontane Leon, scrutavano l'orizzonte. Ma non abbiam visto levarsi un fil di fumo. Pinkerton non è arrivato.
Siamo tutti Cio-Cio-san: in vana attesa
Purtroppo, però, alla presentazione della stagione 2016/17 del Teatro Regio di Torino non è arrivato manco il presidente del Teatro Regio di Torino, che sarebbe poi il sindaco di Torino.Un bel dì vedremo... Pasquaretta di vedetta aspetta il sindaco |
Alla fine la Leon, mentre scappa via,
mi rivela che il presidente del Regio/sindaco di Torino oggi “aveva
migliaia di appuntamenti” e probabilmente non ce l'ha fatta. Cose
che capitano. Può apparire stravagante che il presidente del Regio
accumuli migliaia di appuntamenti proprio il giorno e l'ora in cui
presentano la stagione del Regio, ma gli impegni di governo sono
tanti e gravosi, questo si sa.
Un debutto mancato
Quelli del Regio mi sembravano un po'
attapirati: sono passati dal troppo al niente.
Fassino era una tassa, non perdeva
un'occasione per fare il suo discorsetto sulla "centralità della
cultura”, e se aveva impegni improcrastinabili capace che faceva
spostare la data della presentazione. Stavolta era il debutto della
nuova amministrazione civica, e il presidente/sindaco aveva promesso di “fare il possibile” per esserci. Anch'io, quando insistono a
invitarmi in posti dove non ho voglia di andare, dico che farò il
possibile, e poi non vado. Però tutti dicono che sono una brutta
persona.
Insomma, alla fine è rimasta la povera
Leon con il cerino in mano. Non si sono visti né Appendino, né quelli della Regione: dal Regio mi dicono di averli invitati,
Chiampa e Parigi, ma “di solito la Regione non c'è alle nostre
presentazioni, amministrativamente siamo più legati al Comune”.
Avranno mandato un bigliettino/mail di cortesia. Io però se fossi socio, sia pur di minoranza, del Regio, beh, un salto ce lo farei. Giusto per dire ehi, sono qua!
La prevalenza delle periferie
Però una notizia ce l'abbiamo.
Nell'allestimento di Alex Ollé, regista che arriva dalla Fura dels
Baus e dunque è assai trasgressivo, la vicenda di “Bohème” è
trasportata ai giorni nostri, e ambientata nella periferia di una
grande città. In conferenza quest'aspetto viene sottolineato con estrema enfasi. Il regista Ollé sostiene che “nelle periferie
nasce la cultura del futuro”; e il direttore artistico Fournier
Facio traccia un breve ma succoso profilo sociologico delle periferie
“dove si soffre la fame e il freddo”.
Secondo me, al Regio sentono puzza di altri drammatici tagli dei finanziamenti.
Primum vivere.
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