Il portone del civico 3 di via San Francesco da Paola Questo raro documento prova l'esistenza di un Assessorato alla Cultura a Torino. Qui ha l'ufficio Francesca Leon |
Sono appena rincasato dalla
presentazione dei festeggiamenti per il decennale di Portici di Carta
e del Circolo dei Lettori.
C'era anche l'assessore alle Fontane Francesca Leon.
Come ormai avrete capito, io nutro nei confronti di Francesca Leon la massima stima e pure una cordiale simpatia, per cui detesto farle domande sgradevoli. Purtroppo non gliele fa nessuno, e io sono quello delle domande sgradevoli, quindi mi tocca.
Con l'anima in spalle, la
avvicino e le domando che cosa intende fare, considerato il nuovo assetto definitivo e certificato della cultura.
“Niente, perché?”, mi risponde
stupita.
Le faccio notare che con l'istituzione dell'AsCulProp (ovvero il “Servizio Gabinetto della Sindaca” nelle mani del capo gabinetto e sindaco ombra Paolo Giordana), il suo ruolo
appare ormai puramente ornamentale. Aggiungo che, al posto suo, mi
dimetterei.
Lei è di parere diverso. Mi
dice che non ho capito nulla. In realtà – sostiene – si tratta
di una riorganizzazione per meglio coordinare il lavoro degli
assessorati. “Non siete abituati al lavoro collegiale”, aggiunge.
E mi spiega che lei si confronta con gli altri assessori, “con la
sindaca e con Paolo”, laddove “Paolo” credo sia Giordana, il
nuovo SuperAs.
Obietto che le hanno svuotato le deleghe e pure gli uffici: adesso è davvero soltanto l'assessore alle Fontane (e ai Musei e Biblioteche).
Lei replica un po' stizzita:
“Io sono l'assessore alla Cultura”. Mi verrebbe da ribattere "e io sono l'imperatore della Cina", ma un gentleman non la mette in caciara. Le faccio però notare che fra le
sue deleghe la parola “cultura” non compare. Lei ribadisce che il
suo è l'Assessorato alla Cultura.
Anche sullo schermo in alto c'è scritto "Assessore alla Cultura" |
Le domando allora se ritiene normale che, essendo lei l'assessore alla Cultura, le decisioni sulla cultura le prenda
qualcun altro. Lei risponde che le decisioni sono collegiali. "Bene - replico - però è normale che gli operatori culturali non parlino con
te, che mi dici essere l'assessore alla Cultura, bensì con Paolo Giordana?". “Parlano con me, con Giordana, con altri. Poi noi ci
confrontiamo”, risponde Francesca Leon.
Approfondisco: “Chi ha incontrato il presidente di Piemonte Jazz Fulvio Albano per discutere del Jazz Festival, tu o Giordana?”. “Giordana”, mi conferma francamente Francesca Leon.
A questo punto le chiedo se è prassi corrente che un progetto di competenza dell'assessorato alla Cultura venga raccontato ai giornalisti dal SuperAs Paolo Giordana. Lei mi sembra, per un istante, interdetta. O forse è stizzita, non so. “Ci sono le fughe di notizie”, taglia corto. E fa un sorriso... che descrivere non saprei.
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