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SPIACE DIRLO, MA A LOVERS I NUMERI CONTANO


Irene fra gli assessori Cerutti e Giusta. Minerba sta saggiamente in disparte
Irene Dionisio, la direttrice di Lovers Film Festival, si sente sotto tiro. Sensazione, immagino, sgradevolissima. 
Se lo scrivo, lei un po' si arrabbia; però sa che e vero, e patisce assai.
Molti - a Torino e non solo - non hanno gradito il passaggio di consegne, la rottamazione di Giovanni Minerba "promosso" malgré soi da direttore a presidente e la decisione - condivisa da Regione e Comune, ma da attribuire in primis all'assessore comunale alle Pari opportunità Marco Giusta - di affidare quello che fino all'anno scorso si chiamava Tglff a una giovane e brava regista di trent'anni, per di più etero; particolare quest'ultimo che in teoria non significa nulla; ma invece significa eccome, perché pregiudizi e muri sono diffusi ovunque e non soltanto fra i cattivi da operetta.

Un meccanismo perverso

In questa faccenda in realtà il bersaglio non è Irene. Lei si è semplicemente trovata, per sua specialissima malasorte, sulla linea del fuoco. 
Il bersaglio è chi ha voluto il cambiamento. Questo cambiamento. Perché il cambiamento, in linea di principio, non c'è mai un cristo che non lo voglia; ma sul come, oh, sul come si accapigliano sempre. Stavolta più che mai.
Ad ogni modo: chi ha dissentito su tempi e modi del cambiamento adesso aspetta Lovers al varco dei risultati; anche perché, se Lovers dovesse deludere le aspettative, ciò avrebbe una pesante ricaduta sull'immagine della giunta cinquestelle, che nell'operazione ha avuto fin dall'inizio un ruolo centrale. Va detto a onore dell'assessore Giusta che Irene Dionisio non è né una militante né una simpatizzante dei Cinque Stelle, pur cui è scorretto parlare di nomina "politica".Chiarito questo punto (spero una volta per tutte), resta un fatto che in questa vicenda - come sempre - la politica ci ha comunque messo il peperone. E quando la politica ci mette il peperone, parte il dibbbattito e non se ne viene più fuori.
Per i suddetti motivi Lovers adesso è sotto osservazione speciale. E sento tanta aria di "effetto-curva" tra opposte tifoserie.
Però il giudizio critico sul valore dei film in programma non è alla portata di tutti e resta comunque opinabile; quindi sarà sulle presenze nelle sale del Massimo che si giocherà il verdetto dell'opinione pubblica (e soprattutto di chi tifa pro o contro) sul successo o fallimento del trentaduesimo festival del cinema gay, primo dell'era Lovers. Sarà ahimé la biglietteria a far pendere l'ago della bilancia. Non l'intensa poeticità di un lungometraggio finlandese.

E ci ritroviamo a parlare di numeri...

Irene Dionisio ripete che vorrebbe essere giudicata per il festival che lei e la sua squadra hanno costruito nel giro di pochi mesi; e per la qualità della proposta cinematografica. Ma casca anche lei nel gioco perverso del "quanta gente c'è". Così le presenze nelle sale e il confronto con l'edizione 2016 restano argomenti centrali delle conversazioni attorno al festival.
La sala 1 del Massimo durante l'inaugurazione: sono le 21,30 di giovedì 15
Ad esempio: l'altro ieri scrivo un post ("Lovers, inaugurazione perfetta. Anche troppo") in cui rilevo en passant che alla serata d'apertura c'erano parecchie poltrone vuote, cosa che non ricordo d'aver visto l'anno scorso: ma Irene mi fa prontamente sapere che la memoria mi tradisce, e che a lei risultano anzi più presenze rispetto all'inaugurazione del 2016. Io riporto le sue dichiarazioni con scrupolo cronistico.
Ma il meglio viene dopo. Venerdì sera pubblico il post sulla mia pagina Facebook, e si apre un serrato botta e risposta fra Irene Dionisio e uno storico amico (e sostenitore) del Tglff, Luca Poma, a suo tempo fra quanti caldeggiavano la nomina di Fabio Canino alla direzione del festival. 
La discussione tra Irene e Luca è civile, e a me sembra interessante. Quindi pubblico - in versione lievemente ridotta, ma non censurata - i loro interventi apparsi ieri a commento del post sulla mia pagina Fb. L'integrale lo trovate a questo link.

La discussione su Fb

Questi i commenti postati da Irene Dionisio e Luca Poma sulla mia pagina Fb tra le 4,05 e la mezzanotte di ieri, sabato 17 giugno

Luca Poma Al netto del fatto che l'inaugurazione dell'anno scorso era piena in tutti i posti a sedere con anche persone in piedi ai lati della sala, quindi è impossibile che quest' anno vi fossero "piu persone" (i posti quelli sono...), in ogni caso oggi c'e stata una presentazione di documentario ("Check It") con 17 persone in sala (mai visto in 30 e passa anni di Festival); al bel film "Just Charlie" selezionato dall'ottimo Angelo Acerbi alle 18,30 le presenze erano abbastanza desolanti; e anche allo spettacolo di stasera alle 20,30, per il quale negli anni scorsi si ricordano code epocali, non c'erano piu di 50 persone fuori in attesa... la speranza per tutti coloro che amano il Tglff (e io sono tra quelli, e senza conflitti di interesse perche è bene ricordare per chi non mi conosce che per il Festival ho sempre solo speso soldi miei, come sostenitore, senza chiedere nulla in cambio) è che il trend possa cambiare, anche per rispetto all' impegno genuino obiettivamente profuso dalla direttrice Irene Dionisio. Qualcuno in Comune dirà "non è il periodo giusto, fa troppo caldo": sorvoliamo sul fatto che il periodo l'ha deciso proprio il Comune, che quando tutti lanciavamo l'allarme per i ritardi si limitava a dire "abbiamo il nostro progetto"... vediamo chi risponderà politicamente di questo progetto... Nel frattempo, sono stato a vedere i Diversity Media Awards organizzati da Francesca Vecchioni e Fabio Canino a Milano: un evento sull'informazione Glbt in tv, al cinema e sui mass-media semplicemente straordinario, con una cena per 300 persone sedute, e sponsor del calibro di Unicredit, Eataly etc. Torno a dire - a costo di passare per noioso - che Fabio, gay intelligente, motivato e politicamente impegnato per la causa gay, in Rai e non solo, avrebbe potuto apportare (e aveva offerto al Comune di Torino la propria disponibilità) un contributo importante per creare un'edizione del Tglff magari un pelo meno onanisticamente intellettualoide di quella di quest'anno e un po' più "pop", ma di sicuro appeal per il pubblico, che è poi l'unico giudice della riuscita di una pubblica manifestazione. Però c'e ancora tempo per ritoccare i dati di ingresso, dato "...c'era più gente all'inaugurazione quest'anno..." ... e buon festival a tutti, l'emozione davanti a quello schermo e sempre fortissima. Grazie a Giovanni Minerba, in definitiva e comunque vadano le cose, senza il cui impegno in tanti anni di Tglff queste emozioni davvero non le avremmo mai vissute... (PS: qualcuno aveva proposto Minerba come "Presidente a vita" del festival, per riconoscerne l'impegno pazzesco in 30 anni di lavoro...vediamo invece quanto tempo ci metteranno, dopo averlo usato quest'anno come foglia di fico, a farlo fuori definitivamente...)



La foto allegata al commento di Poma
Luca Poma Punti di vista: nella foto qui a fianco, presenze a una proiezione delle 18,30 l'anno scorso... Questi sono i "punti di vista" che ci piacciono... Ma a parte le battute, non è minimamente in discussione penso da parte di nessuno il tuo impegno, che è evidente agli occhi di chiunque. E' un'idea di Festival che - forse - può essere "discussa" costruttivamente, all'interno della comunità gay (nelle quale tu e diversi tuoi collaboratori siete è bene ricordarlo graditi ospiti...) tra coloro che sono genuinamente interessati al successo di questa storica manifestazione, per migliorare per quanto possibile in futuro. Buon lavoro e buone soddisfazioni per questi giorni.
Coda al Massimo ieri sera, sabato 17
Quindi Poma aggiunge una foto (qui a lato) che mostra la gente in coda davanti al massimo la sera di sabato, e scrive: PS: ohhhh finalmente il sabato sera un po' di coda... che bello!!! E complimenti per la chiaccherata sullo sport dopo "The Pass", molto interessante!

La foto pubblicata da Irene Dionisio
Al che arriva pronta, con un'altra foto che presenta la coda davanti al cinema dopo che si è conclusa la sfilata del Pride, la replica di
Irene Dionisio: Due ore prima ;)
La foto è la stessa che Irene Dionisio pubblica sulla sua pagina Fb, a conferma che il fattore-presenze non è per nulla irrilevante. Neppure per la direttrice.

Replica a sua volta 
Luca Poma: Irene Dionisio, in sala per "The Pass" c'erano 70 persone... suvvia... non facciamo i conticini che sono ingenerosi e non mi provocare che sennò inizio a fare le foto in sala e a pubblicarle... :D Ma tenete duro che l'importante è portarla a casa e arrivare alla fine, poi (se qualcuno - non tu - saprà mettere da parte l'arroganza) magari l'anno prossimo... ;) Vi voglio bene

Irene Dionisio Ajaja faremo guerra foto e numeri! Infatti meglio non iniziare ;) Bene che vuoi bene al festival questo è l'importante...

Come si giudica un festival?

Da quanto sopra si desume che, con buona pace di tutti, le presenze alla fine della fiera (anzi, del festival) saranno un dato cruciale nella valutazione della riuscita di Lovers, per confermare o meno quanto l'assessore Giusta ha affermato, con un lieve eccesso di precipitazione, ancor prima che il festival cominciasse: e cioé che "la sfida è vinta".
Scrivo ciò con dispiacere, perché ben comprendo l'amarezza di Irene Dionisio, che sempre su Fb afferma: " I film soprattutto. Non vedo l'ora di un confronto pubblico sul programma. E l'utilizzo del finanziamento pubblico. Soprattutto quello. Aspetto un confronto non social con grande serenità". 
Giusto. Sacrosanto. Irene è una donna di cinema e desidera essere giudicata per qualità della proposta più che per la quantità del pubblico. E non posso darle torto. Ricordo bene il vecchio claim del Tglff , "i film che ti cambiano la vita": e so che riempire le sale con i blockbuster è facile, molto meno cambiare la vita degli spettatori con l'intelligenza e la bellezza. 
Se i film di Lovers sono belli e intelligenti, ciò potrebbe bastare, persino a prescindere dalla risposta del pubblico. 
Potrebbe, in un altro momento e in altre circostanze. 
Potrebbe, se il Tglff fosse trasmutato in Lovers senza percorrere una via crucis di polemiche e risentimenti. 
Potrebbe, se la vita fosse perfetta. 
Purtroppo la vita non è perfetta: viviamo in un mondo crudele e senza pietà, dove gli uomini e le donne spesso vengono pesati non per il loro cuore e la loro mente, ma in base a ben più prosaiche categorie e ben più prosaici risultati. 

Aggiornamenti:
"Mi scrive Luca Poma: Ecco le sfide di Lovers, e dobbiamo discuterne tutti"
"Dibbbattìto! Su Lovers interviene Parigi"
"Lovers, è sempre più dibbbattito! Poma e Andreotti replicano alla Parigi"

Il programma di oggi, domenica 18


Vi ricordo che le proiezioni di domani mattina sono annullate in segno di adesione del festival al lutto cittadino.
Oggi, intanto, prosegue l’omaggio a Paul Vecchiali con la proiezione di "Le cancre", alle 20.30 in Sala 3. Protagonista è lo stesso Vecchiali,al fianco di Catherine Deneuve. La pellicola è stata selezionata per l’ultimo Festival di Cannes.
I concorsi. Per il concorso All the Lovers, dedicato ai lungometraggi, stasera sarà proiettato "The Wound" di John Trengove in Sala 1 alle 20.45. Introduce, con il regista, Savina Neirotti, direttrice del TorinoFilmLab.
Alle 22.30 
in Sala 1 "Spa Night "di Andrew Ahn.
Prosegue Real Lovers con "Small Talk" di Hui-chen Huang alle 18.15 in Sala 2. Segue dibattito con Silvia Nugara, membro dell’Unione Culturale Franco Antonicelli, e Marta Gianello, co-traduttrice di Sorella Outsider di Audre Lorde.
Alle 22.30 in Sala 2 "Casa Roshell" di Camila José Donoso, seguito da un dibattito con Vittorio Sclaverani, presidente dell’Associazione Amici del Museo Nazionale del Cinema, e Gigi Malaroda, presidente onorario del Maurice GLBTQ di Torino.
Alle 16.15, in Sala 3, prosegue Future Lovers con il corto fuori concorso "Deliziosa prospettiva" di Antonio Padovani, seguito da sei cortometraggi in concorso.
Prosegue anche Irregular Lovers, alle 18 in Sala 3, con "Vênus – Filó a fadinha lésbica" di Sávio Leite, e "William, el nuevo maestro del judo" di Omar Guzmán e Ricardo Silva.
Alle 23 sarà proiettato "La noche" di Edgardo Castro.
Sezioni non competitive.
Oggi alle 16 in Sala 1 il doc fuori concorso "Silenzi e parole" di Peter Marcias, che mette a confronto due mondi molto distanti: la Quaresima dei frati cappuccini del convento di Sant’Ignazio di Cagliari e la Queeresima dell’Associazione ARC, organizzazione sarda che difende i diritti della comunità LGBTQI. Il dibattito successivo, anziché in sala come previsto, si terrà presso il Circolo Arci di via Verdi 34: interverranno Alessandro Lombardo, presidente dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte, e Maria Teresa Martinengo, giornalista de La Stampa.
Per il focus Queering the Borders  in Sala 1 alle 17.45 "Jours de France" di Jérôme Reybaud, già regista, nel 2012, del doc "Qui êtes-vous Paul Vecchiali?". Seguirà un incontro con Daniele Viotti, europarlamentare, e Gianluigi Ricuperati, scrittore e saggista.
Per il focus Before Moonlight alle 20.30 in Sala 2 "Naz & Maalik" di Jay Dockendorf.
Eventi Off. Dj set con iLesTOfanti, a partire dalle 20 al Circolo Culturale Amantes. 

Commenti

  1. Il problema non è Dionisio che, anzi, è riuscita ad allestire un buon festival, militante e con bei titoli.
    Il problema è stata la miopia di spostare il Festival a giugno, quando chi può se ne va al mare e non viene a Torino, tanto meno per rinchiudersi in un cinema.
    Il problema è chi ha voluto sovrapporre il festival al gay pride, sottraendo pubblico al primo.
    Il problema è che in molti avevano capito ed ammonito che sarebbe andata così, ma non sono stati considerati.
    Scelte miopi, voglio sperare, e non studiate in malafede.
    Entrambe le ipotesi son comunque tristissume per questa Città...

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