Jean-Hervé Peron e Werner Diermaier: i Faust, oggi |
L'Arci Torino è una delle dieci associazioni che hanno vinto il celeberrimo bando di "Jazz per la città", il cartellone decentrato e si auspica alternativo al festival "maggiore" - maggiore rispetto a "Jazz per la città", benché dimezzato rispetto al soppresso Tjf. Adesso Arci Torino annuncia un cartellone interessante, tanto più se si pensa che l'intera "dotazione" che i dieci vincitori si sono spartiti non superava i 70 mila euro, come dire in media settemila euro a cabeza.
In cambio della risicata prebenda, l'Arci offre alla causa di "Jazz per la Città" un festivalino niente male, a prescindere da un titolo, "Jazz is dead", che suona vagamente jettatorio considerato lo stato di salute della musica afroamericana a Torino (non che nel resto del mondo se la passi bene...) e le ancora incerte prospettive di Narrazioni Jazz.
In realtà, però, "Jazz is dead" è un titolo provocatorio scelto per riparare sotto l'ala protettrice del sussidio comunale un progetto che punta principalmente sulla sperimentazione: in "Jazz is dead" ci trovi, a colpo d'occhio e per affermazione degli stessi organizzatori, "rock, elettronica, hip hop, kraut, teatro extra-ordinario", con artisti "che hanno fatto propria la lezione del jazz, elaborandola in completa autonomia": la liaison col jazz c'è, ma è piuttosto lasca.
Niente di male: il festivalino - che si terrà a San Pietro in Vincoli dal 18 al 21 maggio - ha un cartellone degno, dominato da un mito assoluto, i tedeschi Faust, i padrini dell'art rock declinazione kraut, roba magari stagionatella e datata, ma che sta fra i monumenti, non c'è storia. Anzi, la storia c'è: e il 19 maggio passa per Torino e si ferma a San Pietro in Vincoli.
Degno dei Faust è il duo Brötzmann & Leigh che ne apre il concerto: Peter Brötzmann è un cult in ambito impro-freejazz dai tempi lontanissimi di "Machine Gun", e l'americana Heather Leigh è un'interessante musicista con un approccio non convenzionale alla steel guitar. Il resto del cartellone è low cost ma dignitoso: Dj Gruff con il trombonista Gianluca Petrella, lo sperimentatore Mammane Sani dal Niger, il poeta Gio Evan, varie ed eventuali.
Commenti
Posta un commento