L'assessore e il presidente: Parigi e Damilano |
Come vi ho anticipato, un nome praticabile c'è, è un manager torinese quaranta-cinquantenne, ed è sostenuto con convinzione da due dei cinque componenti il Comitato: la vicepresidente Giorgia Valle, rappresentante della Compagnia di San Paolo, e Massimo Sordella, indicato da Gtt. Entrambi sono di fresca nomina (poco più di un mese) e vogliono venire al dunque, esasperati dai traccheggiamenti della politica: in particolare del Comune, che finora non ha indicato nessuna concreta candidatura.
Degli altri tre membri del Comitato di gestione, è probabile che Alberto Mittone, nominato in rappresentanza del Comune ma dalla passata gestione, si asterrà; Monica Cacciapuoti si vede poco; quanto al presidente Paolo Damilano, credo che sia in ambasce. Lui è un trattativista, e proprio non vorrebbe uno scontro con il Comune. D'altra parte la Parigi si è rotta del tiramolla, e fa l'inferno perché la pantomima si chiuda prima di svaccare definitivamente nel ridicolo. I rapporti fra i due, usualmente buoni, rischiano di complicarsi anzichenò se la pratica del direttore amministrativo non si chiuderà presto e bene.
D'altra parte Damilano, in carica dal febbraio 2015, nei fatti è stato scelto dalla Parigi. Un "gentlements' agreement" condiviso fino all'altro ieri da Regione e Comune, prevedeva infatti per pacifico consenso che spettasse al Comune designare il direttore del Museo del Cinema, e alla Regione il presidente: va dà sé, ognuno con l'accordo dell'altro, nel segno della concordia istituzionale. Una pratica rispettata anche quando le due amministrazioni erano di diverso colore. Ma questo accadeva quando il "diverso colore" si riferiva a centrodestra e centrosinistra; e la "concordia istituzionale" era un valore condiviso nei rapporti fra i due enti.
La decisione sulla direzione, una volta chiuso il bando, doveva essere presa entro il 31 ottobre. Non si sono messi d'accordo e hanno deciso di rinviare al 31 dicembre accampando la necessità di "una più approfondita valutazione". Da allora almeno due candidature sono state bruciate per motivi diversi. A quanto apprendo, in questo lasso di tempo dal Comune non è arrivata un'indicazione precisa sulla scelta del nuovo direttore. Adesso si vota a maggioranza.
Nominato il nuovo direttore amministrativo toccherà di decidere sulla direzione artistica. A maggio, poi, scadrà il mandato del Comitato di gestione mentre ad aprile finirà quello di Damilano come presidente di Film Commission (il suo incarico al Museo dura invece fino al 2018) e saranno altri casini. Comunque vada a finire, per il Museo del Cinema prevedo tempi difficili.
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