Chiudere per almeno una settimana i musei e sospendere i pubblici spettacoli ha un senso nel quadro dei provvedimenti cautelari per contenere la diffusione del virus - ma devo precisare che non sono attrezzato per giudicarne l'efficacia.
Però è evidente l'impatto dello stop forzato su tante imprese piemontesi del settore culturale (in regione ce ne sono circa 21 mila). Urgono interventi pubblici per sostenere il comparto in un momento così critico. Di questo mi occupo in un'analisi che uscirà domani sul Corriere di Torino (questo il link).
Mentre preparavo il materale per l'articolo, ho voluto sentire quelli di Seeyousound per capire come sono messi. E' un caso particolarmente doloroso, quello del festival interrotto in corsa, dopo appena tre giorni (su dieci) di programmazione al Massimo. Il budget di Seeyousound (120 mila euro) è coperto solo in parte da sponsor, fondazioni e contributi pubblici, mentre per circa un quarto doveva arrivare dallo sbigliettamento, preventivato attorno ai 30 mila euro lordi. Lo stop al terzo giorno è un duro colpo - anche finanziario - per una manifestazione con margini economici già di per sé risicati. E i costi non diminuiscono proporzionalmente agli incassi. Quelli per il personale in pratica non esistono: il festival vive del lavoro volontario del piccolo gruppo di appassionati che lo organizzano. Ma le spese fisse, le incombenze fiscali, gli anticipi per gli artisti, i diritti dei film e via dicendo restano. A ciò si aggiunge la concreta prospettiva di non ricevere i contributi previsti poiché essi vengono erogati solo a manifestazione terminata e completata come da progetto. Stamattina ho sentito il direttore di Seeyousound Carlo Griseri, ovviamente depresso ma determinato, con il suo staff, a non gettare la spugna. Cercheranno di salvare il salvabile, mi dice. Le proiezioni, gli eventi e i concerti che si possono rinviare saranno congelati in attesa di tempi migliori: gli artisti coinvolti hanno assicurato la massima disponibilità. Un aiuto da parte delle istituzioni sarebbe però indispensabile. Rassicurazioni sono arrivate dalla Fondazione Crt, che farà quanto possibile per non far mancare il proprio sostegno di 12 mila euro. E non sarebbe male se la Regione - oltre a valutare comunque uno stanziamento per il 2020 -accelerasse il saldo del contributo degli scorsi anni: mancano ancora 10 mila euro del 2018, e dei 16.700 promessi per il 2019 finora non s'è visto nulla, neppure l'anticipo. Altrettanto dicasi per i 10 mila che dovrebbero arrivare dal Mibact.
Con il Comune non c'è problema: per l'edizione 2020 non erano previsti contributi in denaro.
Ma guardiamo oltre: altri festival cinematografici incombono, e sono a rischio se la situazione non migliorerà a breve. Lo sgradevole ruolo di primo della fila tocca a gLocal, in programma dal 12 al 16 marzo: intanto, è stata annullata la conferenza stampa di presentazione, che era fissata per il 26 febbraio. A seguire, il 28 marzo, c'è Sottodiciotto; un altro mese, e il 30 aprile arriva Lovers; e infine, il 29 maggio, è la volta di CinemAmbiente. E non dimentichiamo che il 14 maggio si deve aprire il Salone del Libro. Per non dire di tutto il resto. Citando il Poeta, teniamoci stretti che c'è vento forte.
Però è evidente l'impatto dello stop forzato su tante imprese piemontesi del settore culturale (in regione ce ne sono circa 21 mila). Urgono interventi pubblici per sostenere il comparto in un momento così critico. Di questo mi occupo in un'analisi che uscirà domani sul Corriere di Torino (questo il link).
Mentre preparavo il materale per l'articolo, ho voluto sentire quelli di Seeyousound per capire come sono messi. E' un caso particolarmente doloroso, quello del festival interrotto in corsa, dopo appena tre giorni (su dieci) di programmazione al Massimo. Il budget di Seeyousound (120 mila euro) è coperto solo in parte da sponsor, fondazioni e contributi pubblici, mentre per circa un quarto doveva arrivare dallo sbigliettamento, preventivato attorno ai 30 mila euro lordi. Lo stop al terzo giorno è un duro colpo - anche finanziario - per una manifestazione con margini economici già di per sé risicati. E i costi non diminuiscono proporzionalmente agli incassi. Quelli per il personale in pratica non esistono: il festival vive del lavoro volontario del piccolo gruppo di appassionati che lo organizzano. Ma le spese fisse, le incombenze fiscali, gli anticipi per gli artisti, i diritti dei film e via dicendo restano. A ciò si aggiunge la concreta prospettiva di non ricevere i contributi previsti poiché essi vengono erogati solo a manifestazione terminata e completata come da progetto. Stamattina ho sentito il direttore di Seeyousound Carlo Griseri, ovviamente depresso ma determinato, con il suo staff, a non gettare la spugna. Cercheranno di salvare il salvabile, mi dice. Le proiezioni, gli eventi e i concerti che si possono rinviare saranno congelati in attesa di tempi migliori: gli artisti coinvolti hanno assicurato la massima disponibilità. Un aiuto da parte delle istituzioni sarebbe però indispensabile. Rassicurazioni sono arrivate dalla Fondazione Crt, che farà quanto possibile per non far mancare il proprio sostegno di 12 mila euro. E non sarebbe male se la Regione - oltre a valutare comunque uno stanziamento per il 2020 -accelerasse il saldo del contributo degli scorsi anni: mancano ancora 10 mila euro del 2018, e dei 16.700 promessi per il 2019 finora non s'è visto nulla, neppure l'anticipo. Altrettanto dicasi per i 10 mila che dovrebbero arrivare dal Mibact.
Con il Comune non c'è problema: per l'edizione 2020 non erano previsti contributi in denaro.
Ma guardiamo oltre: altri festival cinematografici incombono, e sono a rischio se la situazione non migliorerà a breve. Lo sgradevole ruolo di primo della fila tocca a gLocal, in programma dal 12 al 16 marzo: intanto, è stata annullata la conferenza stampa di presentazione, che era fissata per il 26 febbraio. A seguire, il 28 marzo, c'è Sottodiciotto; un altro mese, e il 30 aprile arriva Lovers; e infine, il 29 maggio, è la volta di CinemAmbiente. E non dimentichiamo che il 14 maggio si deve aprire il Salone del Libro. Per non dire di tutto il resto. Citando il Poeta, teniamoci stretti che c'è vento forte.
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