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L'ULTIMA SERA DEL FESTIVAL: UN POST DI SAUDADE

Il top della serata: meriterebbero il Premio Cipputi ad honorem. Sotto a destra, Nespolo e il ministro Kyenge
 
Chi aspettano i due bravi?
E' finita. Al Reposi hanno premiato chi doveva essere premiato, adesso stanno proiettando il film Grand 
Aspettano lui. Don Abbondio Filura
Piano, poi ci sarà la festa di chiusura all'Archivio di Stato. Io non ci vado. Mi mettono sempre tristezza le feste di chiusura. Stavolta, per una serie di sfortunate circostanze, mi ha preso la saudade ancor prima dell'inizio della premiazione, e la cerimonia non mi ha aiutato a tirarmi su. Il buon Virzì s'è prodigato, ma Emanuela Martini come spalla non vale la Littizzetto, e poi c'è sempre quell'atmosfera da fine delle vacanze, o delle avventure, che mi deprime. La parte migliore dell'ultima sera di Festival è stata l'arrivo al Reposi, con manifestazione di lavoratori e studenti per il lavoro e il diritto allo studio - un genio quello che inalberava il cartello "Cota, passa dalla mensa, ti facciamo lo scontrino".
Dentro il cinema è il solito chi c'è e chi non c'è, e ovviamente ci sono tutti, compreso un Alberto Barbera con i fumi per la prospettiva di ritrovarsi sul palco l'ennesima protesta per la vicenda Rear. Saliranno, invece, due studenti, urbanamente accolti da Virzì e applauditi dal pubblico.
Sofri&Bignardi. E sotto Giancarlo Caselli
All'ingresso del Reposi Michele Coppola sta vedetta: appena avvista Pif, si abbracciano affettuosamente. Poi organizza con Barbera un'imboscata a Fassino. Arrivano anche Luca Sofri (che è nella giuria del premio Cipputi con Zoro e Altan) e la moglie Daria Bignardi. Nella fila di poltrone davanti a loro c'è Caselli. Lì vicino Braccialarghe, un po' nascosto: al momento del saluto di rito Virzì, non vedendolo in platea, lo solleciterà "Braccialarghe, dove sei, fatti vedere, allarga le braccia", insomma, avete capito, di quelle serate un po' così.
Affettuosità: Pif abbraccia Coppola
Però in sala, accanto al presidente del Museo del Cinema Ugo Nespolo, ecco il ministro Cécile Kyenge. E la saudade mi va via. Beh, almeno un po'. Finalmente qualcuno del governo s'è accorto che c'è il Tff ed è venuto a salutare.
Finisce con l'orchestra che suona una marcetta a mezzo fra Rota e Bregovic, e con Paolo Virzì che chiama sul palco l'intera "squadra del Festival" per l'ultimo applauso.
Tutti sperano che conceda il bis l'anno prossimo. Lui stasera ha mandato un tweet a Barbera con scritto "@torinofilmfest nel cuore per sempre". Una frase molto bella, ma che può suonare anche come un addio. Incrociamo le dita.

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